“Napoli Milionaria”, la metafora di Eduardo delle miserie umane

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L’incredibile attualità dell’opera del più grande drammaturgo italiano del secondo Novecento

di Fabio Iuorio

Un genio del teatro, senza dubbio il più grande drammaturgo italiano del secondo Novecento, tra i pochissimi ad essere rappresentato anche all’estero: Eduardo De Filippo, o più semplicemente Eduardo. Il 24 maggio si è festeggiato il suo compleanno, più esattamente 120 anni, ma per tutti noi resta immortale, una figura teatrale immensa. Eduardo puntava l’attenzione sugli aspetti concreti della realtà portando in scena le abitudini, gli stenti e le illusioni quotidiane della piccola borghesia.

Numerose sono le opere da lui scritte e interpretate, ma oggi vogliamo prestare particolare attenzione a Napoli Milionaria, passata alla storia per la celebre battuta Adda passà a nuttata. Questa commedia è stata scritta nel 1945, anno in cui l’Italia è appena uscita dall’incubo della seconda guerra mondiale, con cicatrici ancora aperte. In un basso tipico dei quartieri vive la famiglia di don Gennaro Iovine e sua moglie donna Amalia con i figli Amedeo, Maria Rosaria e Rituccia.

Sono tempi di crisi e per vivere ci si arrangia come meglio si può, magari dandosi pure ad attività illecite: così donna Amalia avvia una sorta di bar clandestino, vendendo caffè tra un bombardamento e l’altro. La situazione, già critica, degenera quando Gennaro viene portato via dai tedeschi: in sua assenza l’immoralità dilaga in famiglia, la ricerca spasmodica della vita agiata, del denaro, porta allo sfascio una famiglia che aveva fondato le sue radici sull’onestà e che ora si ritrova a compiere anche attività illegali come la borsa nera praticata da donna Amalia o la delinquenza praticata da Amedeo, tutto per dimenticare l’incubo della fame.

Quando don Gennaro torna dalla prigionia Napoli non è più la stessa, ormai è immersa nella frenesia del benessere, presa dalla bramosia, e in primis la sua famiglia: ecco che capisce di rimettersi nuovamente in gioco per combattere contro un nemico che, seppur senza armi, è molto difficile da sconfiggere perchè si annida nell’animo umano, il male della guerra non ha risparmiato nessuno. Rituccia, sua figlia malata, rappresenta l’Italia, trafitta da un male che lascia le sue impronte. Gennaro appoggia le parole del medico Adda passà a nuttata per Rituccia e per l’intera Italia dopo la malattia della guerra, è un messaggio di speranza rivolto ai timori di tutti gli italiani trafitti.

Napoli Milionaria sintetizza perfettamente lo stato attuale in cui si trova l’Italia: quest’anno compie 75 anni ma risulta sempre moderna, Adda passà a nuttata è una frase ripetuta più volte dagli italiani chiusi in casa per il Coronavirus, stavolta però si sta combattendo una guerra contro un nemico invisibile che è difficile da sconfiggere, ma che non uccide il nostro senso di speranza di un futuro radioso, la notte ha sempre una durata limitata, il sole porta sempre la luce di un nuovo giorno, di una nuova speranza. Credo sia il caso di riprendere in mano questo testo prezioso, per capire come si deve a fare a vivere dignitosamente, senza la nostra spasmodica ricerca verso il denaro, perché la guerra di oggi contro il virus non sarà finita, anche quando sarà debellata, se non avremo imparato a non far male al prossimo, perché a nuttata non passa, non può passare, se ‘e carte ‘e mille lire resteranno l’unico misuratore della gravità degli eventi, del valore delle persone.