Il 25 novembre segna l’anniversario della scomparsa di Diego Armando Maradona. In città il ricordo resta vivo: nei murales, nelle storie tramandate e nell’orgoglio di un popolo che continua a sentirlo accanto.
Cinque anni. Sembra impossibile anche dirlo ad alta voce.
Cinque anni senza Diego Armando Maradona, e Napoli continua a sentirlo ovunque: nei vicoli, nei murales che non sbiadiscono mai, nei bambini che ancora portano la 10 azzurra come fosse un talismano.
Il 25 novembre 2020 è rimasto impresso nella città come una ferita collettiva. Un dolore che ha attraversato quartieri, generazioni, storie lontane e vicine. Eppure, col passare del tempo, quella ferita ha cambiato forma: non sanguina più, ma pulsa. Resta viva. Perché Diego, a Napoli, non è mai diventato un ricordo. È rimasto presenza.
Lo vedi nei bar, nei taxi, nelle scuole, nelle chiacchiere tra amici: ogni napoletano ha un aneddoto, un’immagine, un momento legato a lui. Anche chi non l’ha mai visto giocare l’ha sentito raccontare come fosse un parente di famiglia, un gigante che ha trasformato una città ferita in un popolo innamorato.
Diego ha dato a Napoli qualcosa che nessuno ha più saputo dare: orgoglio. La sensazione che tutto fosse possibile, anche vincere quando tutti ti danno per sconfitto. È per questo che, cinque anni dopo, mentre il mondo lo celebra come un’icona globale, Napoli lo ricorda come si ricorda un uomo di casa. Uno che ha sbagliato, caduto, amato, illuminato. Uno che ha scelto la città e che dalla città non è mai andato via davvero.
Cinque anni senza Diego.
Cinque anni con Diego, ancora.
Perché certe presenze non si misurano in tempo ma in impronte.
E quella che Maradona ha lasciato a Napoli è troppo grande per scomparire.













