Categories: Cronaca

Prima “assassino”, ora “camorrista”. Nuovi manifesti in città contro il Governatore Stefano Caldoro

Primo settembre di fuoco per il Governatore della Regione Campania Stefano Caldoro. Tutta la città è stata tappezzata di manifesti contro il Governatore accusato di essere, come si legge nel testo del manifesto, “il più amato dalla camorra“. Al momento non si conoscono i mandanti e gli esecutori del gesto ma la Digos di Napoli ha già avviato le indagini per scoprire i colpevoli. Da parte dello staff di Caldoro è, intanto, partita la richiesta di rimozione al Comune di Napoli.

Non è la prima volta che Caldoro riceve attacchi di questo genere. Negli scorsi mesi nella zona di piazza Garibaldi sono stati affissi degli altri manifesti, prontamente rimossi, che lo definivano addirittura “assassino”. Il dato certo è che Stefano Caldoro ha fatto della lotta alla criminalità organizzata uno dei suoi principali cavalli di battaglia sin dai tempi della sua elezione. Restano però alcune ombre non del tutto dissipate sul recente passato del Governatore della Regione Campania. A partire dal suo ferreo sostegno a Luigi Cesaro, indagato per concorso esterno in associazione mafiosa e turbativa d’asta.

Sotto l’occhio del ciclone sono finiti, oltre allo stesso Caldoro, Nicola Cosentino, Mario Landolfi ed altri esponenti politici indagati per reati legati alla criminalità organizzata, tutti menzionati insieme al Governatore nei manifesti incriminati. Allo stato attuale, non esistendo alcun tipo di procedimento giudiziario nei confronti di Stefano Caldoro, i manifesti sono da ritenersi a tutti gli effetti diffamatori. Il comune di Napoli intanto si sta attivando per eliminare i manifesti che sono stati affissi in grande quantità nelle zone di via Foria, via Duomo, galleria Vittoria e davanti allo stesso palazzo Santa Lucia.

This post was published on Set 1, 2014 15:34

Redazione Desk

Questo articolo è stato scritto dalla redazione di Road Tv Italia. La web tv libera, indipendente, fatta dalla gente e con la gente.

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