Cultura

L’Oedipus di Altradanza apre la rassegna Esplorare

Compagnia AltraDanza - PH Gennaro Guida

Bari ancora una volta capitale della danza con il contributo sempre più prezioso di Domenico Iannone, ispirato direttore artistico della settima edizione della rassegna di danza “Esplorare”. Da stasera e fino al prossimo 15 novembre andrà in scena al Teatro Kismet di Bari tutta la danza moderna e contemporanea scelta da Iannone, con il contenitore artistico sempre di più a sua somiglianza. «”Esplorare” nasce con la volontà di costruire un tessuto condiviso di esperienze – spiega infatti il direttore artistico Domenico Iannone – in cui scuole di formazione, compagnie e giovani danzatori possano incontrarsi. Vogliamo offrire un contesto realmente formativo, in cui le nuove generazioni abbiano la possibilità di affacciarsi al mondo del lavoro con gli stessi strumenti e il medesimo rigore professionale che hanno contraddistinto artisti e coreografi già affermati, custodi di un settore fondamentale del teatro come la danza». Da queste premesse, il pubblico potrà inebriarsi tra sedici spettacoli distribuiti in quattro città, all’interno di altrettanti teatri, con protagoniste compagnie di livello nazionale e internazionale. Accanto a essi, un fitto calendario di attività collaterali: laboratori, coproduzioni di rilievo, lezioni-spettacolo e progetti nati da call pensate per i giovani talenti. È questa la trama della settima edizione di «Esplorare 2025», rassegna di danza ideata e curata dalla Compagnia AltraDanza con la direzione artistica di Domenico Iannone, realizzata con il sostegno del Ministero della Cultura e della Regione Puglia, e in collaborazione con Comune di Bari, Teatri di Bari, Puglia Culture, Casa delle Arti, associazione Arti Sinespazio 3.0 ETS e Teatro delle Bambole. Dal 19 settembre al 15 novembre 2025, per circa due mesi, il territorio barese diventerà dunque una piattaforma privilegiata per la danza italiana e internazionale, con uno sguardo che intreccia formazione, ricerca e debutti. I palcoscenici del Teatro Kismet di Bari, del Teatro Radar di Monopoli, della Cittadella degli Artisti di Molfetta e della Casa delle Arti di Conversano ospiteranno coreografi emergenti e nuove compagnie, alternando proposte di forte innovazione a riletture di repertori storici, sempre filtrati da una sensibilità contemporanea. L’inaugurazione di venerdì 19 settembre, alle 21 al Teatro Kismet di Bari, è con «Oedipus», firmato alla regia da Andrea Cramarossa, una produzione della Compagnia AltraDanza, in collaborazione con Teatro delle Bambole. La performance mescola teatrodanza e teatro di ricerca, ed è liberamente ispirata alla tragedia omonima di Seneca. Lo spettacolo, della durata di 60 minuti, vedrà in scena gli attori Paola Altamura, Chiara Bianchi e Federico Gobbi, insieme alle coreografie di Domenico Iannone con la compagnia AltraDanza, formata da Silvia Di Pierro, Paola Altamura, Elisa Carbone, Noemi Cassanelli, Marina Roselli, Rebecca Iannone. Light Designer è Roberto De Bellis, le musiche sono di Grazia Bonasia, eseguite, tra gli altri, dal sassofonista Roberto Ottaviano. Il capolavoro del filosofo e drammaturgo romano, cuore pulsante di questo nuovo adattamento per il teatro, si presta ad una visione del corpo dell’arte teatrale in quanto teatro totale. In questo movimento perenne e celeste, terragno e fluido, feroce e dolcissimo, si presentano i personaggi calati dalla storia dell’umanità, quali fantasmi di un ideale di bellezza assoluta. In un tentativo continuo di trasformazione dello spazio teatrale rettangolare in uno spazio circolare, in quanto parafrasi di una visione contemporanea dell’Es teatrale. «Il mito di Edipo – spiega Andrea Cramarossa, che da quattro anni lavora dietro questa ricerca con il suo nuovissimo testo – ha da raccontare di noi, in questa realtà umana vivente, in questa celebrazione delle ostilità e delle vacuità: ed ecco che risorge, proponendo un confronto minimo e etico, al principio della nostra immagine». Nell’«Oedipus» di Seneca il mito diventa specchio dell’animo umano. Non è solo la storia di un uomo che uccide il padre e sposa la madre, ma il racconto di un viaggio oscuro dentro la colpa, l’illusione e la ricerca della verità. A differenza della versione di Sofocle, quella latina accentua i toni visionari e rituali, avvolgendo lo spettatore in atmosfere cupe e potenti. Edipo appare così come simbolo universale: fragile e indifeso di fronte al destino, ma costretto a guardare la realtà senza più veli, con la consapevolezza che la conoscenza porta con sé dolore e rivelazione.

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