La storia di Pompei 2: scoperta e poi risepolta da un centro commerciale

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di Sara Di Somma

Pompei – Era stata definita dagli archeologi Pompei 2 perchè a circa 500 metri dalla via Consolare appartenente agli scavi archeologici di Pompei, quando è stata riportata alla luce tra il 2007 e il 2011, aveva restituito al mondo una parte della zona industriale dell’antica Pompei, rimasta sepolta molto a lungo sotto la lava vesuviana.

Il primo ritrovamento ha visto ricomparire un monumento funerario, poi anfore, ville, locali, magazzini; in ultimo una fornace – unica al mondo secondo gli esperti – ed una strada lastricata che presumibilmente conduceva da Pompei al mare. Un vero e proprio patrimonio che è rimasto intatto sotto i lapilli proprio mentre, a pochi metri di distanza, gli scavi di Pompei così come li conosciamo, si stavano deteriorando a causa dell’incuria e dei mancati interventi di manutenzione.

La storia di Pompei 2, però, non è esente dalle solite brutte sorprese riservate al nostro patrimonio culturale: dopo essere stato riscoperto grazie al lavoro certosino degli archeologi, il sito è stato nuovamente seppellito dall’ennesimo mostro – pardon – centro commerciale. E’ la notizia riportata da L’Espresso secondo cui i ritrovamenti sarebbero avvenuti proprio durante gli scavi predisposti per l’edificazione del nuovo ipermercato. In un paese in grado di valorizzare la propria storia e la propria cultura forse i cantieri sarebbero stati chiusi. Ma non in Italia.

Nel Belpaese ben cinque sovrintendenti ai beni architettonici, che si sono susseguiti nel corso degli anni, hanno permesso la prosecuzione dei lavori per un centro commerciale che, oggi, con i suoi 8mila metri di cemento e asfalto ha ricoperto un pezzo di storia campana tra Pompei e Torre Annunziata. La società costruttrice, tale Oplonti, sarebbe stata anche citata in un’interdittiva antimafia della Prefettura di Napoli, all’epoca guidata da Pansa, per presunti rapporti con la camorra locale.

“Dell’esistenza del quartiere industriale proprio lì dove sono state trovate la fornace, la strada verso il mare e altri reperti, parlano vari documenti – ha dichiarato l’archeologa Margherita Tuccinardi, che tempo fa aveva avuto accesso al cantiere – L’area andava bloccata all’istante, non si comprende perché non sia stato fatto e perché chi ha lavorato allo scavo e ha segnalato non sia stato ascoltato. Ed è scandaloso come le ruspe del centro commerciale siano andate avanti con tanto di autorizzazioni e nel silenzio degli enti responsabili, dalla sovrintendenza al ministero”.

10 gennaio 2014