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La guerra degli adulti che dimenticano di essere stati bambini

Lady in the city

Rubrica di Eliana Iuorio

“Mi dai la mano? Le onde sono troppo alte, in questo mare!”
Antonio guarda su, verso di me. Siamo andati al mare, in motocicletta, ma “in un posto sicuro, dove non ci sono squali”.
Mentre gli altri assistono allo spettacolo calcistico del sabato sera, io e questo piccolo uomo di tre anni, nello spazio dell’appartamento dei suoi genitori, abbiamo inventato una storia che ai nostri occhi è stata realtà, il tempo di una sera.
Il mezzo di trasporto è la sua moto elettrica; il tragitto da percorrere, nel tempo che separa il corridoio dalla cucina; il mare è fuori dalla porta finestra, sul balcone.
Eppure il mare lo abbiamo visto entrambi, davvero. E abbiamo anche indossato “il costumino” e fatto il bagno, stando attenti alle possibili incursioni degli squali.
Giocando con Antonio, ho realizzato che i guai, per tutti noi, sono cominciati nel momento stesso in cui abbiamo deciso di non essere più bambini.
Quante volte, abbiamo utilizzato questo sostantivo per censurare il comportamento di una persona adulta che giudichiamo irresponsabile.
Quante volte, al contrario, ce ne siamo serviti per lodare le azioni di qualcuno?
La parola “bambini” dovrebbe essere sacra, come sacri ed inviolabili i diritti degli stessi piccoli.
Per me, se una persona è superficiale od irresponsabile, lo è perchè è un adulto che ha dimenticato di essere stato un bambino; che questi ultimi sono molto più seri e responsabili di tanti adulti che conosco.
Hanno tantissimo, da insegnare. Sopratutto a chi agisce senza badare a quella voce che gli parla da dentro, quella del se stesso bambino.

Ho atteso queste ultime ore con la consapevolezza di chi sa, ma deve pur ascoltare e leggere di notizie ufficiali.
Ed è con profonda sofferenza, che Ban Ki Moon dichiara: “La missione delle Nazioni Unite ha confermato, «in modo inequivocabile ed oggettivo», che le armi chimiche sono state utilizzate in Siria. Il 21 agosto ad al Ghouta armi chimiche sono state usate su scala «relativamente larga» contro civili, «tra cui bambini». «I campioni raccolti forniscono prove chiare e convincenti che sono stati utilizzati razzi contenenti gas sarin» – e poi – «Questo è un crimine di guerra e una grave violazione del diritto internazionale», ha aggiunto. «Confido che tutti possano unirsi a me nel condannare questo crimine spregevole. La comunità internazionale ha la responsabilità di far sì che i responsabili siano consegnati alla giustizia».

La guerra è guerra e sapere che il regime di Assad abbia utilizzato armi chimiche, per uccidere cittadini inermi e tantissimi bambini, rende questo crimine ancora più odioso.
Ma sta di fatto che in ogni caso, gas o non gas, quella drammatica immagine che girava su tutti i social network è vera, a dispetto di coloro che affermavano il contrario. Quei bambini distesi l’uno acanto all’altro come se dormissero, mostra realmente che quei piccini sono stati uccisi.
I signori della guerra, i tanti adulti che talvolta utilizzano gli stessi bambini, per compiere stragi ed assassinii, meritano più che mai – come ha dichiarato il segretario generale delle Nazioni Unite – di “essere consegnati alla giustizia”. 
Bambini uccisi e bambini che porteranno ferite indelebili nel cuore e nell’anima. 
«I bambini che hanno subito uno stress così profondo possono perdere la capacità di entrare in  contatto emotivo con gli altri e con se stessi» spiega Jane MacPhail, esperta per l’UNICEF di protezione dell’infanzia, che sta lavorando con i bambini del campo profughi di Za’atari, in Giordania. «In queste condizioni, i bambini possono manifestare la perdita di sentimenti basilari, di ricordi anche recenti, e della capacità di pensare il futuro».
«I genitori riferiscono che i loro bambini fanno incubi frequenti e hanno comportamenti spesso imprudenti e aggressivi», riferisce Maria Calivis, Direttore UNICEF per la regione del Medio Oriente e del Nord Africa. «L’enuresi [bagnare il letto] è un fenomeno diffuso, e i bambini sono diventati più riservati e meno autonomi. I loro disegni sono spesso violenti, con immagini di spargimenti di sangue, esplosioni e distruzione». 
L’UNICEF, stima che più di 4 milioni di loro sono colpiti dal conflitto in corso.

I bimbi dei campi profughi per il conflitto in Siria, non sono diversi dai bimbi di Gaza o dai bimbi che vivono in altre zone interessate dai “conflitti armati fra adulti”. Tanto il dolore che abbiamo riservato loro.
La responsabilità è come sempre, tutta nostra.
E dire che tutto si fermerebbe, se ogni “adulto signore della guerra” ricordasse di essere stato bambino. E di aver cavalcato le onde, nello spazio di una stanza.

L’Unicef è come sempre “in prima linea” anche sul fronte dell’emergenza Siria, per i bambini e con i bambini.
Per offrire il tuo contributo, tutte le info a questo link       http://www.unicef.it/siria
Per inviare il tuo messaggio, per i bambini siriani
                http://www.unicef.it/doc/4965/il-tuo-messaggio-per-i-bambini-della-siria.htm

This post was published on Set 16, 2013 19:43

Redazione Desk

Questo articolo è stato scritto dalla redazione di Road Tv Italia. La web tv libera, indipendente, fatta dalla gente e con la gente.

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