Anche Grazzanise e Santa Maria la Fossa in corteo, un manifesto mortuario annuncia la voglia di risorgere

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di Antonella Scirocco

Quella che un tempo i romani chiamavano Campania Felix, oggi non esiste più, è diventata sversatoio di immondizie e rifiuti altamente tossici. Il territorio campano affronta un periodo drammaticamente significativo. E’ il momento in cui tutti i nodi vengono al pettine; chi vive in questo territorio, è stanco di accettare ed affrontare una sorte che diversamente non avrebbe mai scelto, è stanco di affidare inconsapevolmente la propria vita e soprattutto quella dei propri bambini, nelle mani di chi non ha coscienza.

Un singolare e incisivo manifesto mortuario, con cui sono tappezzate qua e là le citta di Grazzanise e Santa Maria la Fossa, annuncia la celebrazione della morte di un territorio. E difatti, è di un cimitero morale e fisico che si tratta. Ma la voglia di risorgere è più forte di qualsiasi paura e demoralizzazione. I cittadini non accettano e vogliono gridarlo a voce spiegata.

La lista dei comuni che fanno parte della cosiddetta Terra dei Fuochi è ampia. Ognuno si sta muovendo come meglio può fare per non morire, metaforicamente e non solo. Proprio ieri, 9 novembre, anche Grazzanise e Santa Maria la Fossa hanno deciso di dire basta. Lo hanno fatto con un corteo organizzato dal comitato civico Terra Pulita, che in concomitanza con le associazioni locali, è partito da Grazzanise e ha raggiunto Santa Maria la Fossa.

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La partecipazione è stata massiccia. Hanno sfilato per più di 2 km i cittadini, i giovani e i bambini delle scuole del territorio. Tutti accomunati dalla stessa speranza simboleggiata da palloncini bianchi che a metà corteo hanno riempito i cieli di Grazzanise; quella speranza che forse, in passato, hanno visto morire troppe volte negli occhi degli adulti.

Ed infatti i grandi protagonisti sono stati proprio loro, che inneggiando cori di protesta pacifica, hanno tenuto duro per più di due chilometri tenendo alti cartelloni e striscioni per manifestare contro chi ha fatto del male alla loro terra, la terra in cui dovranno crescere, quella in cui crescerà la loro speranza, il loro futuro; quella che dovranno imparare a curare e ad amare. Perché se un futuro migliore si vuole avere, è proprio dai bambini che bisogna cominciare.

10 novembre 2013