Cronaca

Giustizia “privata”: il DDL 978 punta a togliere il giudice dal recupero crediti

Con la nuova normativa sarà l’avvocato del creditore a intimare il pagamento; se il debitore non reagisce entro 40 giorni, l’atto diventerà esecutivo.

Una rivoluzione destinata a cambiare il volto della giustizia civile: con il DDL 978 il recupero crediti potrà avvenire senza passare dal giudice. Come riportato da Globalist, sarà infatti l’avvocato del creditore a emettere un atto di intimazione di pagamento. Se il debitore non presenterà opposizione entro 40 giorni, l’atto acquisterà efficacia esecutiva, permettendo di procedere a pignoramenti e altre misure.

Un cambiamento radicale rispetto all’attuale sistema del decreto ingiuntivo, che richiede l’intervento del magistrato come filtro di legalità. Come sottolinea La Legge per Tutti, la riforma interesserà soprattutto i crediti di piccola entità – fino a circa 10mila euro, competenza del giudice di pace – lasciando fuori mutui e prestiti bancari di maggiore importo.

La ratio, spiegano i promotori, è quella di rendere più veloce e meno costoso il recupero, riducendo l’ingolfamento dei tribunali. Ma le perplessità non mancano: diverse associazioni di consumatori, come riportato da Globalist, temono un indebolimento delle garanzie per i debitori, che rischiano di subire atti esecutivi senza un controllo preventivo da parte di un giudice.

Il ddl è già stato approvato in Senato e si avvia verso il passaggio definitivo. Se diventerà legge, l’Italia inaugurerà una nuova stagione di “giustizia privata”, in cui rapidità ed efficienza andranno a braccetto con il rischio di ridurre gli spazi di difesa dei cittadini.

DDL 978 – Recupero crediti senza giudice

Pro e contro della riforma

✅ Vantaggi

  • Rapidità: niente più attesa di mesi per il decreto ingiuntivo, il termine diventa 40 giorni.

  • Costi ridotti: minori spese legali e procedurali rispetto al tribunale.

  • Snellimento dei tribunali: meno cause civili, più spazio per processi complessi.

⚠️ Criticità

  • Meno garanzie per il debitore: senza il filtro del giudice, cresce il rischio di abusi.

  • Scarsa consapevolezza: chi non reagisce entro i 40 giorni potrebbe subire pignoramenti senza rendersene conto.

  • Rischio di “giustizia privata”: l’avvocato del creditore assume un ruolo simile a quello del giudice, con possibili conflitti di interesse.

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