di Anna Adamo
Solo un giovane su tre, il prossimo 25 settembre, si recherà alle urne. E non si tratta di disinteresse. I giovani alla politica sono più interessati di quanto si possa immaginare, è la politica, purtroppo, a non essere interessata ai giovani.
È troppo concentrata sull’ accaparrarsi un posto nei Palazzi del Potere e ciò la rende lontana dai reali bisogni dei cittadini, dei giovani soprattutto che, al contrario di quanto si pensi non si sono poggiati sul reddito di cittadinanza. Il reddito neanche lo vogliono.
Vogliono non dover più dipendere dai propri cari, vogliono aprire i cassetti, tirare fuori i sogni e realizzarli, vogliono la dignità, quella che si ottiene solo attraverso il lavoro. Ma, non un lavoro qualunque. Perché, è vero che tutti i lavori sono dignitosi, ma è altrettanto vero che i giovani non si possono sempre accontentare, non possono sempre essere vittime del “questo è meglio di niente” solo perché chi dovrebbe garantire loro i presupposti per la creazione di un futuro migliore non svolge come dovrebbe il proprio lavoro.
Sia dato ai giovani un lavoro che consenta loro di mettere in pratica le competenze maturate nel corso degli anni, che ne rispecchi il percorso di studi, che possibilmente non richieda anni di esperienza impossibili da fare, viste le condizioni in cui riversa il nostro paese.
Non basta più dire ai giovani che il loro voto sia importante o che non votare significa concedere agli altri la possibilità di decidere al loro posto, perché non è questo ciò che hanno bisogno di sentirsi dire.
Occorre dar vita ad una politica che ai giovani sia vicina realmente, che li ascolti per raccogliere le loro istanze e li renda protagonisti, non spettatori utilizzati dai politici di turno per raccogliere consensi.
Ma, più di tutto, occorre dar vita ad una politica che dia ai giovani un motivo per credere ancora in essa.
This post was published on Ago 22, 2022 7:39
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