“Non ho l’ossessione di parlare a tutti i costi. Ho soltanto il vizio di dire la verita’. Tanto, se una cosa non sta in piedi, cade da sola”. Rino Gattuso torna a parlare a ‘La Repubblica’ dopo il suo addio traumatico alla Fiorentina, con tanto di accuse di presunte supercommissioni per portare a Firenze giocatori del suo procuratore Mendes. “Sul tema non posso parlare, ma posso ricordare la mia storia – spiega l’ex mister di Milan e Napoli – Alleno da 8 anni e non ho mai fatto acquistare un assistito di Mendes, ne’ lui me lo ha mai imposto. Neanche una volta. Andre’ Silva al Milan e Ghoulam al Napoli c’erano gia’”. De Laurentiis, che gli aveva proposto il rinnovo col Napoli, adesso nega di averlo fatto: “Io sono orgoglioso di avere allenato una grande squadra in una grande citta’. In una stagione con problemi e infortuni mai visti abbiamo perso la qualificazione Champions per un solo punto, con partite spesso spettacolari”.
Il trasferimento al Tottenham sarebbe saltato perche’ considerato dai suoi tifosi razzista, sessista, omofobo: “Non lo sono. Perche’ non chiedete ai miei ex compagni e ai giocatori che ho allenato del mio rapporto con loro? Io mi sono preso del terrone in tutti gli stadi: come razzista non sarei molto credibile. Quanto al resto, non perdo tempo con le sciocchezze. Piuttosto, la mia vicenda insegna che l’odio da tastiera e’ pericolosissimo e molto sottovalutato. Io sono un personaggio pubblico e ho la forza per reagire alle calunnie, ma non tutti riescono a sopportarle. C’e’ chi per debolezza magari si butta dalla finestra. E’ un problema serissimo: che cosa si aspetta a intervenire?”.
“L’Italia e’ la squadra che gioca meglio, divertente e moderna. Mancini ha il grande merito di avere scelto giocatori tecnici. Idee come le sue, in Nazionale, non si erano mai viste: si faceva un altro tipo di calcio, che ha portato anche a grandi vittorie, ma in cui era impensabile far giocare Jorginho insieme a Verratti e Locatelli”. Gattuso esalta cosi’ la Nazionale di Roberto Mancini, che domani sfidera’ la Spagna nella semifinale di Euro2020. “Jorginho e’ un professore in campo, un vigile con la paletta – sottolinea il tecnico calabrese a ‘La Repubblica’ – Verratti non ha 20 anni, sapeva giocare cosi’ anche prima. Sono giocatori pensanti: sanno fare tutto, palleggiare, contare tempo e avversari, andare a occupare gli spazi. Se alzi la linea difensiva, fai meno fatica: devi coprire 20-25 metri, non 70-80. L’Italia ha sorpreso il Belgio con una pressione ultraoffensiva impressionante”.
This post was published on Lug 5, 2021 11:33
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