Attualità

Fondazione Banco Napoli e PerMicro: credito accessibile leva concreta di emancipazione e stabilizzazione economia

Presentati i risultati dello studio sull’impatto economico e sociale dell’inclusione finanziaria del Mezzogiorno

Donne e giovani i più fragili: posti di lavoro e miglioramento delle condizioni di vita. Oltre 9.300 beneficiari e 968 posti di lavoro nati in 16 anni dal sostegno di PerMicro, con il contributo della Fondazione Banco Napoli in numerosi progetti. In particolare nel 2024 sono stati più di 1.000 i progetti sostenuti con quasi 12,4 milioni di euro concessi: il 38% delle imprese finanziate risulta guidato da donne e il 37% da giovani sotto i 35 anni, confermando l’attenzione di PerMicro ai più fragili. Questi i dati emersi dallo studio d’impatto presentato da Fondazione Banco Napoli e PerMicro, società italiana che si occupa di inclusione finanziaria erogando credito a persone in condizioni di vulnerabilità, e realizzato da Triadi, spin off del Politecnico di Milano e dedicato all’innovazione e all’impatto sociale.

«Il 72% delle famiglie italiane non bancarizzate risiede al Sud e nelle isole, – ha dichiarato Benigno Imbriano Amministratore delegato di PerMicro – non può sorprenderci quindi che l’accesso al credito risulti fortemente sbilanciato: il 53% delle richieste di finanziamento proviene dal Nord, mentre solo il 28% da Sud e Isole. PerMicro dal 2007 offre servizi finanziari a questa parte di popolazione e in particolare, dal 2014 con l’arrivo di Fondazione Banco di Napoli nella nostra compagine sociale, ha ampliato la propria presenza nelle principali province del Sud Italia e delle isole».

La ricerca ha preso in esame gli effetti generati dall’attività di PerMicro nel periodo compreso tra il 2009 e il 2022, delineando un quadro in cui il credito accessibile si rivela leva concreta di emancipazione, stabilizzazione economica e coesione sociale, creando opportunità in particolare per donne, giovani sotto i 35 anni e cittadini migranti.

«La Fondazione Banco Napoli, socia di PerMicro da undici anni – ha commentato Andrea Carriero Consigliere Generale Fondazione Banco di Napoli – attiva un percorso avviato già da un anno: “Amico Sud”, dove si interviene per sostenere i piani di inclusione a favore del Mezzogiorno, a dimostrazione della sua capacità di intermediare il bisogno dei soggetti in difficoltà, sia persone fisiche che imprese».

L’impatto sociale misurato dalla ricerca per il periodo 2009-2022 mostra che nelle regioni del Sud e Isole sono quasi 9.300 i beneficiari del credito concesso da PerMicro, tra persone e microimprese, inizialmente escluse dai canali bancari tradizionali. In 14 anni si è registrata una crescita nelle somme erogate, passando da 75mila euro nel 2009 a 7,5 milioni nel 2022.Sono 968 i posti di lavoro creati nel Mezzogiorno d’Italia grazie alle attività imprenditoriali nate con il sostegno di PerMicro, che hanno visto il coinvolgimento di donne, giovani sotto i 35 anni e cittadini stranieri. Lo studio conferma il ruolo del microcredito quale strumento efficace per contrastare la precarietà: 448 imprenditori hanno migliorato la loro condizione lavorativa e 684 hanno registrato un aumento del reddito mensile.I vantaggi si estendono anche al sistema pubblico: la crescita del reddito e dei consumi generata dalle attività supportate da PerMicro ha comportato un incremento delle entrate fiscali per lo Stato, stimato in quasi 33milioni di euro tra imposte sul reddito e gettito derivante dai consumi. Inoltre, la riduzione della dipendenza da sussidi ha generato un risparmio per le casse pubbliche pari a 4,5milioni di euro. L’impatto dei progetti sostenuti negli anni 2023 e 2024, che per l’area del Mezzogiorno è in crescita sarà valutato, coerentemente con la metodologia sviluppata, a distanza di 24 mesi dall’erogazione; una scelta che consente di cogliere gli effetti consolidati delle azioni promosse. I principali risultati del 2024 nel Mezzogiorno: 1.071 i progetti sostenuti da PerMicro a favore di famiglie e piccoli imprenditori, con oltre 12,4 milioni di euro erogati, equamente ripartiti tra famiglie e piccoli imprenditori. Si conferma, inoltre, l’attenzione verso i segmenti più fragili: nel 2024, il 38% delle imprese finanziate da PerMicro è guidato da donne e il 37% da giovani sotto i 35 anni. Lo scenario italiano della microfinanza continua a mostrare segnali di criticità. Secondo l’elaborazione di Banca Etica sui dati Banca d’Italia relativi al 2022, circa il 3% delle famiglie – quasi 600mila nuclei, pari a 1,3 milioni di cittadini – non possiede alcuno strumento bancario. Su queste 600mila famiglie non bancarizzate, il 52% risiede al Sud Italia e un altro 20% nelle Isole. Sebbene il dato mostri un miglioramento rispetto al 2020, con oltre 500mila famiglie che hanno acquisito un conto corrente o simile in due anni, la vulnerabilità resta concentrata nelle aree meridionali e tra i redditi più bassi. Il 77% delle famiglie escluse, infatti, ha un reddito annuo inferiore ai 17.000 euro. In questo scenario, la microfinanza si conferma una leva strategica per colmare le disuguaglianze, promuovere la giustizia sociale e rafforzare il tessuto economico del Paese. Favorire l’accesso al credito significa restituire dignità e possibilità, trasformare l’esclusione in partecipazione e costruire un’economia più resiliente, inclusiva e orientata al bene comune.

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