Una donna di 35 anni ha convinto il compagno e perfino la figlia di 12 anni di essere malata terminale. In realtà spendeva i soldi per interventi estetici, viaggi di lusso e una mastoplastica. La verità è emersa solo dopo cinque anni di bugie, fotografie in corsia e “chemioterapie” inventate.
Un inganno da film horror quello orchestrato da Laura McPherson, 35 anni, protagonista di una clamorosa truffa sentimentale nel Regno Unito. Per cinque lunghi anni la donna ha fatto credere al compagno, Jon Leonard, 44 anni, e persino alla figlia dodicenne, di avere un cancro terminale.
Pianti, bugie e referti falsi: McPherson parlava di cicli di chemio e mostrava foto scattate nei corridoi degli ospedali per rendere tutto credibile. Intascava soldi – oltre 30mila euro – che il compagno credeva destinati a costose cure mediche. In realtà li spendeva in trattamenti estetici, viaggi, shopping e soprattutto in una mastoplastica additiva.
L’uomo, devastato psicologicamente, ha parlato in aula di “cicatrici emotive profonde”, raccontando di come si fosse preparato per anni alla perdita della sua compagna.
Il castello di bugie è crollato solo dopo indagini accurate: i presunti medici non esistevano, i referti erano inventati e il denaro era già sparito. In tribunale la donna è stata condannata a lavori socialmente utili, sottoposta a coprifuoco e sorveglianza da parte di un ufficiale di libertà vigilata.
Una vicenda che sta facendo discutere l’opinione pubblica britannica, simbolo estremo di manipolazione, frode e tradimento familiare.










