Dal 25 novembre è disponibile su tutte le piattaforme Demoni, il nuovo brano di Gianluca Manzieri pensato non per intrattenere, ma per riflettere. Il tema è quello della violenza contro le donne, e lo fa senza trasformare il dolore in spettacolo, per l’autore questo non è infatti un “tema” da trattare, ma una ferita collettiva che va mostrata, perché ignorarla significa lasciarla marcire nell’indifferenza. L’artista non vuole dire al pubblico cosa pensare, ma lo invita a guardare la realtà senza voltarsi. Non fa la morale, ma entra nella storia in prima persona, come qualcuno che parla perché non può farne a meno. Sul piano musicale il lavoro richiama le vibrazioni del rap anni ’90, una scelta che si incastra bene con lo scenario di strada e con l’impianto narrativo del video: “predatori travestiti da cigni, maschi ma non uomini feriti nell’orgoglio, esseri spregevoli, furia, sopruso, squalida, violenza. Non credere alle cose che diranno su di te, e salva la tua vita perchè questo è il tuo perchè” sono alcune delle parole del brano, crude ma al contempo taglienti e riflessive perché “bisogna dire basta e porre fine alla mattanza”. A dare un volto visivo al brano c’è il videoclip diretto da James La Motta che ha puntato su una Napoli autentica, lontana dalle cartoline e dalle estetizzazioni facili. La sua regia è essenziale, rispettosa, priva di abbellimenti, lascia che siano le immagini stesse a pesare, a dialogare con la musica di Manzieri, a costringere lo spettatore a guardare i propri demoni, sia interiori che sociali. In questo modo la città diventa un testimone silenzioso che non addolcisce nulla, ma amplifica il disagio e la verità che il brano vuole mettere al centro. Il cast annovera, oltre lo stesso Manzieri, anche Angela Guerriero e Rosa Scherillo, il montaggio e la fotografia sono invece ad opera di Sara Borrelli. Con ‘Demoni’ insomma, Gianluca Manzieri e il regista James La Motta affrontano il tema della violenza contro le donne attraverso un linguaggio che unisce musica e immagini in modo semplice ma pungente. Ho avuto modo di intervistarli per approfondire la nascita del progetto, le scelte narrative e l’urgenza che li ha spinti a trasformare un tema sociale in un’opera artistica:
Ciao Gianluca. Il tuo brano Demoni affronta la violenza contro le donne in modo incisivo e tagliente: quando è nata in te l’idea e perché?
Sono un D.J. & Producer, trascorro buona parte del mio tempo nel mio studio a fare musica. Mi piace manipolarla, creando dei remix e delle versioni alternative per i miei “Live”. Mi piace soprattutto crearla dando sfogo al mio estro da musicista. Il brano, di chiara matrice hip hop, nasce appunto in studio. Per la parte musicale mi sono lasciato ispirare dal campionamento di un brano di “THE O’JAYS” del 1973 “FOR THE LOVE OF MONEY”. Il testo è venuto da sé in un’ora scarsa, d’altronde, come tutti, anch’io mi sento fortemente suggestionato dagli avvenimenti tragici che si susseguono giorno per giorno… Testo spontaneo, nato di getto.
Nel testo parli di mostri interiori ed anche reali, che penetrano nelle vite di alcune donne: secondo te da dove nasce davvero la violenza maschile? La musica può essere un valido strumento per combatterla?
Certo che la musica può servire! Ho cominciato a fare il Disk Jockey nei lontani anni 80’. Sono stato letteralmente”folgorato” dall’ondata di hip hop che proveniva dall’America. Le bande di giovani malviventi del “Bronx”, grazie al potere della musica e grazie al potere dell’ ‘HIP HOP, da un giorno all’altro, hanno cominciato a sfidarsi a suon di “rap” col “freestyle”;…al posto di ammazzarsi tra loro hanno cominciato a fare sfide per strada di “Breakdance” (oggi riconosciuta addirittura come disciplina olimpica) La musica, tutta la “musica”, ha il potere di far riflettere, di smuovere le coscienze, spesso ha anche il potere di indicarci la differenza tra bene e male. L’educazione di un individuo passa innanzitutto dal lavoro fatto dai genitori. Poi c’è la scuola. Ambienti fondamentali per la giusta formazione. Spesso dietro la violenza maschile ci sono gravi “mancanze genitoriali” affiancate da “mancanza d’istruzione” un mix infernale… è proprio in quei momenti che nascono i “DEMONI”. Mi piace pensare che forse la “musica”, supportata dalla giusta presenza genitoriale, potrebbe evitare la nascita di tanti “Demoni”
Molti artisti preferiscono non trattare temi così duri per non sembrare troppo moralisti. Tu invece ti esponi apertamente e con una sorta di rabbia decisa, perché?
Quando scrivo un testo seguo semplicemente il mio istinto “Artistico”
…Sono semplicemente me stesso… Credo che “Tutti”, con la giusta preparazione ovviamente, possano parlare di “Tutto” E credo anche che quelli come me che hanno la fortuna e anche la capacità di parlare a tanta gente grazie alla “Radio” siano obbligati a lanciare “messaggi costruttivi”. Credo anche che oggi più che mai ci sia tanto bigottismo. Questo è un grande limite. Spesso l’opinione pubblica fa fatica a riconoscere “CHI CI È” da “CHI CI FA”…ma in fondo anche questo è una terribile conseguenza dell’ignoranza che dilaga …
Ascoltando Demoni si percepisce rabbia ma anche una richiesta di cambiamento: qual è il messaggio che ti interessa arrivi agli uomini, più ancora che alle donne?
Il messaggio del mio testo è chiaro. C’è un assoluto bisogno che le cose cambino. Il cambiamento può passare solo attraverso una radicale rieducazione di “tutti gli individui”. Bisogna far capire ai potenziali “Demoni” che possiamo sempre avere una doppia scelta. Possono e devono scegliere il “Bene”. E siccome sono un “romantico sognatore” mi piace pensare che in quei frangenti tragici, in cui la mente può essere offuscata da “cattivi pensieri”, LA MUSICA, IL POTERE DELLA MUSICA; possa trattenerci lontano dal “MALE”.

Ciao James, il videoclip Demoni di cui hai curato la regia è stato girato nella Napoli popolare, storica. C’è una motivazione particolare di regia che ti ha spinto a scegliere questa location?
Più che esigenze di regia e’ stata una scelta artistica e stilistica dove in una città storica e magica come Napoli mi sono lasciato ispirare dai luoghi che da sempre frequento quando sono a Napoli. Una città sacra , ricca di credenze e di luoghi dove si contrappone il sacro ed il profano che calzavano a pennello per la canzone del video .
Se dovessi riassumere il video in una sola emozione, quale sarebbe e perché?
Tristemente vero. Non riesco a definirlo in un’unica emozione, ma in tante di emozioni contrastanti. Perché volutamente si è voluto narrare tutto il filmato come in un eterno ossimoro, caratteristica che delinea il profiling di un femminicida o chi commette violenza senza distinzione di sesso.
Il video potrebbe diventare uno strumento di sensibilizzazione per la lotta contro la violenza sulle donne?
Lo e’ già diventato per fortuna. Perché sarà proiettato in due istituti di Napoli e come ogni contributo filmico da me creato contro la violenza sulle donne avrà un circuito di convegni e manifestazioni. Per combattere la violenza sulle donne ma anche in genere. Perché per me non si dovrebbero avere solo ricorrenze per commemorare una data cioè il 25 Novembre. Ma da sempre uno slogan mi caratterizza, la violenza non va mai in vacanza perciò ogni giorno dovremmo ricordarci di tutte le vittime di violenza, qualsiasi esso sia e senza distinzione di sesso.
Il video lascia dentro una scossa: qual è la reazione che speri di accendere nel pubblico, soprattutto negli uomini, dopo aver visto “Demoni”?
La reazione che spero il pubblico possa avere è quella di trarne spunti di riflessione e capire che non si fa mai abbastanza per combattere piaghe del genere. Perché no! Ispirarsi o essere stimolati per combattere un grande piaga che caratterizza la nostra società: l’omertà .

Demoni non cerca facili consensi: invita a riflettere, scuotere le coscienze e a non girarsi dall’altra parte. Perché i demoni, se ignorati, crescono silenziosi.












