Dal 5 al 26 novembre il Teatro alla Scala porta in scena una nuova produzione dell’opera di Mozart: un esperimento scenico che mescola tradizione lirica e ironia da reality show.
Così fan tutte alla Scala? È un reality show!
Al Teatro alla Scala di Milano dal 5 al 26 novembre va in scena l’opera di Mozart “Così fan tutte”, l’Orchestra è diretta da Alexander Soddy, la regia è firmata dall’acclamato Robert Carsen, nella compagnia figurano Elsa Dreisig, nel ruolo di Fiordiligi, Nina van Essen nel ruolo di Dorabella e Sandrine Piau in quello di Despina; Luca Micheletti come Guglielmo, mentre Giovanni Sala veste i panni di Ferrando e Gerald Finley dà vita a Don Alfonso. Per questa nuova produzione, Carsen si confronta per la prima volta con “Così fan tutte”, dopo aver già curato il “Don Giovanni” e “Le nozze di Figaro”, inserite in quella che viene definita la trilogia Mozart / Da Ponte.
Il regista propone un’audace indagine sulla natura umana ai tempi della società dell’immagine, facendo riferimento a noti reality televisivi come “Temptation Island”, “L’amore è cieco” e “Too Hot to Handle”, che portano sullo schermo persone comuni in contesti simulati, al fine di metterne alla prova l’amore.
Robert Carsen, è autore anche delle scene, insieme a Luis F. Carvalho – che firma pure i costumi – e delle luci insieme a Peter van Praet.
“Così fan tutte” rappresentata per la prima volta nel 1790 al Burgtheater di Vienna, è l’ultima delle tre opere buffe scritte da Mozart su libretto di Lorenzo Da Ponte, ed è conosciuta anche come “La scuola degli amanti”. È proprio questo il titolo del reality nello spettacolo scaligero!
La storia, ambientata a Napoli, ruota attorno a un azzardo: due giovani ufficiali, Ferrando e Guglielmo, scommettono con il loro amico Don Alfonso – un uomo più maturo, scapolo, con arie da filosofo cinico -, sulla fedeltà delle loro fidanzate, le sorelle ferraresi Fiordiligi e Dorabella. Per dimostrare che le due giovani donne non potranno mai essere capaci di infedeltà, i due giovanotti fingono di partire per la guerra e tornano, poco dopo, travestiti da cavalieri albanesi. Si impegnano quindi a sedurre ciascuno la fidanzata dell’altro, convinti che entrambe non cederanno. Don Alfonso sostiene invece che le due innamorate, appena si presenterà loro l’occasione, dimenticheranno d’incanto i fidanzati e si concederanno a nuovi amori. La cameriera Despina, complice di Don Alfonso, espone alle sorelle, ignare del “gioco” ordito per metterle alla prova, le proprie idee circa la fedeltà maschile e le esorta a “far all’amor come assassine”, ritenendo che sicuramente i loro amati al fronte faranno altrettanto.
Nella lettura di Carsen, Don Alfonso e Despina divengono i presentatori del reality show. La regia non punta il dito contro una presunta fragilità e incostanza femminili, rimarca piuttosto, con una cifra ironica e leggera, la crudeltà di una società che osserva e giudica i sentimenti come semplice intrattenimento. A tratti, la regia rischia di sovraccaricare la scena e far passare in secondo piano la musica. Nella maggior parte dei casi, invece, la sinergia tra la visione di Carsen e la musica di Mozart crea istanti di grande comunione teatrale. L’esito è uno spettacolo molto gradevole, che alterna leggerezza e amarezza, ironia e riflessione, lasciando il pubblico con molteplici domande aperte sul significato di amore e fedeltà. Lo spettacolo sta ottenendo un grande successo. La foto si riferisce alla replica di sabato 15 novembre.
Giuseppe Iaculo

foto Giuseppe Iaculo







