Quaranta opere, arrivate da musei e collezioni private, raccontano il mondo immaginifico e profondamente poetico di uno dei protagonisti dell’arte italiana del Novecento. La Fondazione Banco di Napoli apre infatti, venerdì 5 dicembre alle 17:30, la mostra “Massimo Rao… Al limitar della vita” negli spazi di Palazzo Ricca, in via dei Tribunali. Il progetto porta la firma dei curatori Ferdinando e Francesco Creta.
L’esposizione nasce per ricordare due anniversari importanti: i 75 anni dalla nascita e i 30 dalla scomparsa di Rao. L’obiettivo, come sottolineato nella presentazione, è offrire “una visione ampia del suo percorso pittorico e grafico, espressione di una sensibilità fra le più raffinate e visionarie della pittura italiana della seconda metà del Novecento”.
“Con questa mostra” spiega Ferdinando Creta “vogliamo restituire a Massimo Rao il posto che merita nell’arte italiana. Le sue figure non narrano storie, esistono. E nel loro sguardo ritroviamo anche il nostro, proprio in quel punto sospeso dove la vita incontra il mistero”. Il percorso espositivo, costruito tra dipinti, disegni e opere su carta, ripercorre la complessità di un artista appartato e pienamente autonomo, capace di coniugare tecnica rigorosa, richiami alla classicità e un’intensa introspezione psicologica. Le sue figure, a metà tra realtà e sogno, diventano simboli dell’interiorità e del desiderio umano di oltrepassare il visibile, in un gioco continuo tra chiarore e buio, tra vita e ciò che la trascende.
Tra i simboli che ritornano più spesso nella sua opera c’è la luna: presenza enigmatica, quasi ipnotica, una specie di doppio silenzioso dei suoi personaggi e metafora dell’anima. Vittorio Sgarbi scriveva che “Rao continua a disegnare anche nell’aldilà, continua a rappresentare le strade che portano oltre la realtà”, una frase che restituisce bene lo spirito delle sue opere.
Con questa mostra, la Fondazione Banco di Napoli rinnova il suo impegno nella valorizzazione delle arti visive. A Rao dedica un progetto che unisce solidità critica e grande suggestione poetica. Palazzo Ricca, sede storica della Fondazione, diventa così un luogo dove passato e presente dialogano, mantenendo vivo il legame tra la città e la sua lunga tradizione artistica.
L’esposizione rimarrà aperta fino al 1° febbraio ed è affiancata da un catalogo edito dalla Fondazione, con testi critici dei curatori, contributi di studiosi e una sezione iconografica dedicata alle opere presenti in mostra.
Massimo Rao continua a parlare al nostro tempo: la sua pittura è una soglia socchiusa tra ciò che viviamo e ciò che immaginiamo, una ricerca silenziosa ma tenace dell’anima.
This post was published on Dic 1, 2025 12:35
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