Continua la lotta contro lo smaltimento illecito di rifiuti nel Napoletano. Questa notte è toccato al territorio di Acerra e ad incastrare il reo ci hanno pensato le telecamere usate per stanare i reati ambientali. I militari del Nipaaf, collegati alla control room, lo hanno beccato mentre appiccava il fuoco a 25 sacchi pieni di scarti tessili: una montagna di rifiuti che, bruciando, ha sprigionato una nuvola di fumo talmente densa da avvolgere anche le case vicine. Dopo aver acceso il rogo, l’uomo è risalito sul suo suv e si è allontanato come nulla fosse. Peccato che le pattuglie, guidate in tempo reale dalle immagini delle telecamere, abbiano seguito il percorso del veicolo e siano riuscite a risalire subito al proprietario. Il 57enne è stato trovato poche ore più tardi nella sua casa di Caivano ed arrestato con la formula della “flagranza differita”, grazie proprio alle riprese video. Ora si trova ai domiciliari in attesa del processo.
Una guerra continua e senza esclusione di colpi quella che si sta combattendo sul territorio contro l’illegalità, una guerra sporca, letteralmente, che brucia nei campi, nei terreni a due passi dalle case, nei capannoni abbandonati dove qualcuno pensa di poter sversare di tutto senza che nessuno se ne accorga. Ma fortunatamente qualcuno ormai guarda eccome. Le telecamere ambientali, le pattuglie coordinate, le nuove tecnologie, la lotta ai roghi e ai traffici di rifiuti oggi è molto più “intelligente” di qualche anno fa. Il problema, però, non si risolve con un arresto, la verità è che lo smaltimento illecito continua perché conviene e soprattutto a chi non vuole pagare per trattare i rifiuti come si deve, a chi ci fa affari sopra, conviene a chi pensa che tanto “è sempre stato così”. E questa mentalità, più dei roghi, è il vero incendio difficile da spegnere. Allo stesso tempo, bisogna dire che negli ultimi anni qualcosa si è mosso, non siamo più ai tempi in cui bastava andare in campagna a notte fonda per scaricare qualsiasi schifezza in pratica. Ora il rischio di essere beccati è molto più concreto, e questo già frena parecchi improvvisati “signori della monnezza”. Oggi ogni telecamera accesa, ogni pattuglia che incrocia quei percorsi notturni, manda un messaggio chiaro: il territorio non è terra di nessuno. Magari non basterà, ma è un buon inizio per smettere almeno di respirare la rassegnazione insieme al fumo tossico.
Acerra, beccato dai “guardiani invisibili”: così la tecnologia incastra gli incendiari dei rifiutii













