L’incanto serale di un luogo come il Real Orto Botanico è stata la cornice perfetta per rivivere nella Napoli degli anni ’30.
I libri di Maurizio de Giovanni nascono col bollino della Sicurezza del successo, ma la bravura della Compagnia teatrale Il pozzo e il pendolo ha fatto sì che un romanzo tanto amato venisse rappresentato con eleganza e attraverso una eccellente trasposizione, garantendo un viaggio a ritroso.
A una settimana dalla Pasqua del 1932 grazie a Rosaria De Cicco, Marianita Carfora, Paolo Cresta, Sonia De Rosa, Paolo Rivera, Salvatore Catanese, Alfredo Mundo, Antonello Cossia, Emilio Marchese e con la regia di Annamaria Russo è stato possibile vivere la storia dell’amore impossibile.
Una scelta registica seducente quella di dar voce ai protagonisti di Vipera senza tener conto dell’ordine cronologico, facendoli apparire attraverso un gioco di luci e scenografie. Una volontà di tener fede ai fatti come se fossero realmente accaduti, a prescindere dalle esigenze della scrittura.
In una scenografia sobria ma funzionale, a destra degli spettatori la voce narrante, alla scrivania. Sulla sinistra il pubblico è stato invece accarezzato dal tormento in note della fisarmonica di Zack Alderman. Il primo a entrare in scena, lui: il commissario Ricciardi. Tutti gli altri personaggi seriali sono rimasti in ombra, lasciando spazio solo a quelli della storia rappresentata. Una ulteriore forma di rispetto, che non ha imposto volti già in realtà formati nella mente di ogni lettore.
Protagonista sempre lei: una città molto diversa da come sembrava, che è stata raccontata attraverso la morte rivelatrice dei lati oscuri. Con l’omicidio di Vipera, la bellissima prostituta della casa di tolleranza Paradiso, Ricciardi ha sollevato il velo dei segreti di vite insospettabili.
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Per chi non ha avuto la possibilità di assistere alle rappresentazioni terminate il 23 luglio, a settembre la Compagnia riproporrà lo spettacolo al Maschio Angioino.
This post was published on Lug 24, 2018 20:01
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