Un gobbo napoletano: gli scudetti di Calciopoli sono buoni solo per le statistiche degli altri?

Strano popolo quello italiano, soprattutto se si tratta di pallone. Quattordici milioni di tifosi (quelli juventini) sanno benissimo che gli scudetti della Juve dell’era Capello (2004/2005 e 2005/2006) sono più che buoni, sono sacrosanti. Quello era uno squadrone che poteva permettersi il lusso di tenere Del Piero e Mutu in panchina, tanto in campo andavano Ibrahimovic e Trezeguet. A centrocampo Emerson e Vieira formavano un muro invalicabile, Nedved e Camoranesi imperversavano sulle fasce. Bei tempi quelli per le corsie laterali juventine. In difesa non si passava, Cannavaro e Thuram non erano esseri umani, erano androidi con l’unico scopo nella vita di non lasciar passare un singolo zefiro di vento.

Per tutti gli altri tifosi, per la stampa e, ovviamente, per i piani alti delle istituzioni, quegli scudetti non sono buoni, sono frutto di illeciti, di sequestri di persona, di genocidi e carneficine. Eppure, avviene un fenomeno strano, inquietante, oseremo dire. Quando le altre squadre si avvicinano ai record di quell’armata incredibile, quegli scudetti diventano per magia legittimi. La Roma di Rudi Garcia ha centrato la sua nona vittoria consecutiva in campionato, record eguagliato… ma di chi era il record precedente? Il Milan di Sacchi? No, no. Ah sì, l’Inter di Mourinho… no, neanche. Ci sfugge qualcosa. Ah ecco, della Juventus di Capello, stagione 2005/2006, nove vittorie nelle prime nove giornate, 27 punti.

Qualcosa non torna, quello scudetto non vale, è uno scudetto rubato, ci hanno mandati in B per quello scudetto. Ma allora, uno scudetto non legittimo mantiene le sue statistiche? Un allenatore e 22 e passa giocatori mantengono inalterati i loro record, nonostante siano stati artefici di una truffa calcistica? A quanto pare sì, curioso. Quegli scudetti non sono della Juve, tuonano in molti, ma le nove vittorie consecutive sì, tuonano gli stessi soloni. Certo, quando si devono riconoscere i meriti di una squadra con la maglia a strisce bianconere, tutto diventa sospetto, illegale, ma quando un’altra compagine arriva a sfiorare un record, allora quelle strisce diventano un modello da superare e ben venga! Godano tutti del gran momento! La Roma di Garcia ha raggiunto la Juve di Capello, lode a Garcia e alle maglie giallorosse.

Strano popolo quello italiano, soprattutto quando si tratta di pallone, anzi, diciamo anche ridicolo.

 

This post was published on Ott 29, 2013 14:36

Michele Longobardi

Laureato in Lettere moderne alla Federico II. Appassionato di videogiochi, calcio, cinema e letteratura. Crede che il giornalismo non sia solo ricerca della verità, ma anche sapiente uso di ironia e sarcasmo.

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