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TItanic – The End: alla Sala Assoli l’omaggio di Cantalupo al maestro Neiwiller nel ventennale della scomparsa (VIDEO)

di Giuliana Gugliotti

Il 9 novembre 1993 moriva a Roma, a soli 45 anni, Antonio Neiwiller, pioniere di un teatro innovativo e visionario. Oggi, a vent’anni esatti dalla sua scomparsa, Salvatore Cantalupo, tra i discepoli più coerenti con gli insegnamenti e la tradizione neiwilleriana, mette in scena il suo “Titanic – The end“, per celebrare la memoria di un uomo che rivoluzionò il modo di fare teatro.

GUARDA IL VIDEO:

“Titanic – The end racconta la fine di mondi” spiega Cantalupo. La fine dei valori, delle virtù che caratterizzarono un certo periodo storico, e che proprio nella metafora della nave che affonda trovano espressione sul palco, in un racconto teatrale che prosegue per immagini, suoni, suggestioni, trascinando lo spettatore in un vortice emozionale in cui poco spazio è lasciato alla comprensione “ragionevole”.

“Un teatro non immediatamente accessibile”, che spiazza e lascia senza parole, così come senza parole si svolge la maggior parte della rappresentazione: una serie di quadri viventi e in movimento, evocativi di scene drammatiche o goliardiche, ma sempre caricaturali, tutte immancabilmente permeate dallo spettro dell’incomunicabilità, metaforicamente reso attraverso una lingua inventata, che mette lo spettatore dinanzi alla vacuità della parola, mero, fallibile strumento di una comunicazione ormai divenuta impossibile, coartata.

In questa nave alla deriva che è la nostra società la comprensione si affida ad altri canali, quelli della mimica, della gestualità, dell’emotività: ed è a questi che lo spettatore si aggrappa nel percorrere insieme a Cantalupo la visione di Neiwiller, angosciante, catastrofica sintesi della modernità.

Gli attori, tutti rigorosamente scelti attraverso un laboratorio teatrale, metodologia cara a Neiwiller e utilizzata anche da Cantalupo, si alternano sul palcoscenico nella danza tutta umana di gioie e dolori, senza riuscire veramente a comunicare tra loro, ognuno rinchiuso nel suo piccolo mondo fatto di nevrosi e ossessioni, schiavi di se stessi prima ancora che di una società che sta colando a picco, una nave su cui presto non ci sarà più spazio per vivere. Fino alla scena ultima, quella del naufragio, che ci ricorda come, in fondo, siamo tutti ombre che si muovono alla cieca dietro un telo, alla ricerca di uno spiraglio di luce, qualcosa a cui aggrapparci per non andare a fondo.

In scena dall’8 al 17 novembre alla Sala Assoli del Teatro Nuovo, “Titanic – The end” nella visione di Cantalupo sarà poi in tournée, dal 21 novembre al Teatro Antonio Ghirelli di Salerno, e, dal 29 novembre, al Civico 14 di Caserta.

9 novembre 2013

This post was published on Nov 9, 2013 17:03

Giuliana Gugliotti

Nasco in Ottobre, prima del tempo. Mi resta addosso l'ansia di fare, negli anni imparo che la fretta è cattiva consigliera. Odio le approssimazioni, amo Napoli, l'odore dei libri e le cose ben fatte.

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