Categories: Economia e Lavoro

Pensioni, Inps: ecco l’alternativa a quota 41 e quota 100

Pasquale Tridico difende la sua proposta di pensionamento in alternativa a quota 41 dei sindacati e di quota 100 in scadenza

Pensioni. L’ipotesi di anticipare solo la quota contributiva lasciando la parte retributiva al compimento dei 67 anni è “pienamente sostenibile” perché non comporta nel medio periodo sostanzialmente nessun aggravio sulle Casse dello Stato. E’ il presidente Inps, Pasquale Tridico, davanti alla Commissione Lavoro della Camera, a difendere così la sua proposta di pensionamento in alternativa a quota 41 dei sindacati e di quota 100 in scadenza.

“Flessibilità e sostenibilità finanziaria” sono le doti della proposta che non disegna una ‘gabbia’ rigida entro cui contenere i futuri pensionati ma lascia al lavoratore l’opportunità della scelta con costi che nel medio periodo, dice ancora, sono sostanzialmente azzerati.

A conti fatti, sarebbero 332mila dal 2022 al 2027 le pensioni aggiuntive che potrebbero essere attivate con la proposta a fronte di un costo di 4,2 miliardi tra il 2022 e il 2027 che sarebbero poi recuperati da risparmi di spesa che dal 2027 al 2031 sarebbero pari a 2 miliardi di euro complessivamente.

Per accedere al pensionamento della sola parte contributiva, ricorda ancora Tridico, bisogna aver compiuto almeno 63-64 anni di età, tetto comunque suscettibile di adeguamento alla speranza di vita; essere in possesso di almeno 20 anni di contribuzione; aver maturato al momento della scelta una quota contributiva di pensione di importo pari o superiore a 1,2 volte l’assegno sociale.

LEGGI ANCHE: No Green Pass, Manfredi: “Nessuna tolleranza verso movimenti che hanno uno spirito eversivo”

“Flessibilità e sostenibilità finanziaria” sono le doti della proposta che non disegna una ‘gabbia’ rigida entro cui contenere i futuri pensionati ma lascia al lavoratore l’opportunità della scelta con costi che nel medio periodo, dice ancora, sono sostanzialmente azzerati.

A conti fatti, sarebbero 332mila dal 2022 al 2027 le pensioni aggiuntive che potrebbero essere attivate con la proposta a fronte di un costo di 4,2 miliardi tra il 2022 e il 2027 che sarebbero poi recuperati da risparmi di spesa che dal 2027 al 2031 sarebbero pari a 2 miliardi di euro complessivamente.

Per accedere al pensionamento della sola parte contributiva, ricorda ancora Tridico, bisogna aver compiuto almeno 63-64 anni di età, tetto comunque suscettibile di adeguamento alla speranza di vita; essere in possesso di almeno 20 anni di contribuzione; aver maturato al momento della scelta una quota contributiva di pensione di importo pari o superiore a 1,2 volte l’assegno sociale.

La pensione così strutturata spetterebbe comunque fino al raggiungimento del diritto a quella di vecchiaia. In quel momento il lavoratore, infatti, potrà accedere al trattamento pensionistico costituito dalla somma della quota retributiva e della quota contributiva determinata al momento di accesso alla prestazione. Una modalità di pensionamento, quello solo contributivo, ricorda ancora Tridico, “parzialmente cumulabile con i redditi da lavoro dipendente e quello autonomo” così come sarebbe possibile ancorare la prestazione a futuro meccanismi di staffetta generazionale, legati anche a part time.

La prestazione invece sarebbe incompatibile, conclude, con trattamenti pensionistici diretti, trattamenti di sostegno al reddito, reddito di cittadinanza, Ape sociale e indennizzo per la cessazione dell’attività commerciale.

APE SOCIALE – Costerebbe a regime circa 1 miliardo di euro l’ampliamento dell’accesso all’Ape sociale individuato dalla Commissione tecnica al lavoro sulla riforma delle pensioni, secondo il calcolo della stima dei maggiori oneri derivanti dalla modifica della normativa.

Quattro le modifiche ipotizzate dai tecnici: proroga dell’Ape sociale fino al 2026; integrazione di alcuni codici di professioni riferiti ad attività affini a quelle attualmente presenti nella categoria dei gravosi; l’eliminazione della condizione di conclusione della prestazione di disoccupazione da almeno 3 mesi ai fini dell’accesso all’Ape sociale e riduzione del requisito di anzianità contributiva per i gravosi appartenenti al settore edile da 36 anni a 30 anni.

“L’ampliamento delle categorie di attività gravose per l’accesso all’Ape sociale avrebbe conseguenze anche per il conseguimento del diritto al pensionamento in favore dei lavoratori precoci nonché ai fini dell’esclusione dall’adeguamento alla speranza di vita per l’accesso al pensionamento di vecchiaia”, spiega ancora. In particolare il costo nel suo insieme ammonterebbe a 126,7 mln nel 2022; a 337,1 mln nel 2023 per arrivare nel 2024 a 520,7 mln.

La pensione così strutturata spetterebbe comunque fino al raggiungimento del diritto a quella di vecchiaia. In quel momento il lavoratore, infatti, potrà accedere al trattamento pensionistico costituito dalla somma della quota retributiva e della quota contributiva determinata al momento di accesso alla prestazione. Una modalità di pensionamento, quello solo contributivo, ricorda ancora Tridico, “parzialmente cumulabile con i redditi da lavoro dipendente e quello autonomo” così come sarebbe possibile ancorare la prestazione a futuro meccanismi di staffetta generazionale, legati anche a part time.

La prestazione invece sarebbe incompatibile, conclude, con trattamenti pensionistici diretti, trattamenti di sostegno al reddito, reddito di cittadinanza, Ape sociale e indennizzo per la cessazione dell’attività commerciale.

APE SOCIALE – Costerebbe a regime circa 1 miliardo di euro l’ampliamento dell’accesso all’Ape sociale individuato dalla Commissione tecnica al lavoro sulla riforma delle pensioni, secondo il calcolo della stima dei maggiori oneri derivanti dalla modifica della normativa.

Quattro le modifiche ipotizzate dai tecnici: proroga dell’Ape sociale fino al 2026; integrazione di alcuni codici di professioni riferiti ad attività affini a quelle attualmente presenti nella categoria dei gravosi; l’eliminazione della condizione di conclusione della prestazione di disoccupazione da almeno 3 mesi ai fini dell’accesso all’Ape sociale e riduzione del requisito di anzianità contributiva per i gravosi appartenenti al settore edile da 36 anni a 30 anni.

“L’ampliamento delle categorie di attività gravose per l’accesso all’Ape sociale avrebbe conseguenze anche per il conseguimento del diritto al pensionamento in favore dei lavoratori precoci nonché ai fini dell’esclusione dall’adeguamento alla speranza di vita per l’accesso al pensionamento di vecchiaia”, spiega ancora. In particolare il costo nel suo insieme ammonterebbe a 126,7 mln nel 2022; a 337,1 mln nel 2023 per arrivare nel 2024 a 520,7 mln.

This post was published on Ott 13, 2021 14:25

Redazione Desk

Questo articolo è stato scritto dalla redazione di Road Tv Italia. La web tv libera, indipendente, fatta dalla gente e con la gente.

Recent Posts

Trianon Viviani ricorda Giuliano Longone: “Un brindisi alla vita” per l’intellettuale napoletano

Martedì 23 dicembre un incontro tra testimonianze, omaggi e memoria condivisa per celebrare una figura…

1 ora ago

Da sabato 27 dicembre 2025 al Teatro Nuovo di Napoli “Maestro, cantiamo il Nanianà”

Un concerto che nasce dal desiderio profondo di restituire voce, suono e corpo all’eredità artistica…

1 ora ago

A Napoli un evento irripetibile: belcanto, danza d’epoca e i tesori etruschi del Museo De Feis

Napoli inaugura il 2026 con un evento culturale unico nel suo genere, capace di unire…

1 ora ago

Quarto. Ebbanesis a Casa Mehari: musica, teatro e tradizione partenopea

Lunedì 22 dicembre (ore 20,00) concerto del duo Ebbanesis nel bene confiscato Casa Mehari in via…

1 ora ago

Niente da fare per la Malvin, a Chiusi arriva la 3^ sconfitta consecutiva

Una Malvin in chiaroscuro esce sconfitta (72-58) dal PalaPania di Chiusi al termine di una partita sporca e difficile…

1 ora ago

La Malvin oggi in campo a Chiusi

In attesa che il recupero con la Virtus Imola sia calendarizzato dopo la sospensione di mercoledì sera,…

1 giorno ago