Napoli come Venezia, ma anche la Statua della Libertà, l’Indipendence Hall, la Tower of London e la Sydney Opera House, e poi le Maldive e le isole Cayman. Alcuni siti patrimonio dell’Unesco e altrettanti monumenti rischiano di scomparire a causa di una delle più antiche minacce che da sempre animano l’immaginario catastrofico collettivo (basti pensare alla parabola del diluvio universale): l’innalzamento delle maree.
Un fenomeno dovuto al surriscaldamento globale dell’atmosfera terrestre, che, sciogliendo i ghiacciai perenni, comporterebbe un aumento sensibile del livello del mare. Alcune zone costiere quindi potrebbero essere completamente sommerse, e insieme a esse alcuni dei monumenti più importanti del mondo. Tra questi ci sarebbe anche la città di Napoli.
Lo studio, pubblicato sulla rivista Environmental Research Letters, stima che se le attuali tendenze di riscaldamento globale resteranno invariate, 136 siti sui 720 presi in considerazione potrebbero scomparire sotto il livello del mare, mentre il 7% della popolazione mondiale potrebbe ritrovarsi a vivere sull’acqua. A rischio soprattutto la zona del Sudest Asiatico: India, Bangladesh, Vietnam, Indonesia e Cina, ma anche città come Napoli e Venezia in Italia, Bruges in Belgio, Riga in Lettonia e San Pietroburgo in Russia. Un epilogo probabile, ma non particolarmente apocalittico, secondo i ricercatori, dell’innalzamento delle temperature sulla Terra, che potrebbero crescere fino a 3 gradi Celsius a causa dell’inquinamento e dell’industrializzazione. Unica consolazione, il fattore tempo. Ci vorranno infatti circa 2mila anni perché ci sia bisogno di una moderna Arca di Noè.
This post was published on Mar 5, 2014 18:47
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