“Sarà un appuntamento indispensabile per fare il punto sulle criticità, sulle prospettive e sulle azioni da sviluppare per il futuro sostenibile”, ha spiegato Raffaella Papa, presidente di Spazio alla Responsabilità.
In prospettiva dell’imminente Conferenza sull’ambiente COP26 di Glasgow, la tre giorni partenopea focalizza l’attenzione su una situazione allarmante per il Mediterraneo: la pandemia ha allargato infatti i divari fra le aree, l’aumento delle temperature porta il serio rischio di conseguenze devastanti.
Incontri, conferenze, seminari e call-to-action, coinvolgono a Napoli diversi attori di primo piano sulla responsabilità sociale, con l’obiettivo di sensibilizzare il territorio e stimolare la cooperazione multi-stakeholder, con Napoli e la Campania centrali nel processo di cambiamento per l’intera area mediterranea.
La prima giornata del CSRMed era iniziata parlando di sicurezza sui luoghi di lavoro nella settimana nazionale dedicata al tema, quindi è proseguita segnando il punto sui gap dell’area Mediterranea di fronte a un problema globale come il cambiamento climatico. Se considerato come un’unica regione, il Mediterraneo oggi sarebbe solo al 50° posto lungo il percorso verso Agenda 2030.
L’innalzamento della temperatura procede con velocità superiore del 20% rispetto al resto del mondo. Sale il livello delle acque, entro la fine del secolo saranno un centinaio di milioni le persone sono a rischio.
L’inclusione sociale è stata l’altra protagonista della discussione: il MANN è al centro del progetto ‘quartiere della cultura’, “attraverso un programma che mette in stretta connessione il contesto territoriale – ha spiegato il direttore del Museo, Paolo Giulierini -. Il Quartiere della Cultura è per noi un progetto importante che offre prospettive di orientamento e di lavoro per i giovani che si accingono a gestire dal basso i beni culturali: obiettivo che potrà essere raggiunto anche grazie alla partecipazione attiva di imprese e sostenitori”.
This post was published on Ott 28, 2021 18:38
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