A fine febbraio scorso il carrozziere Eugenio Tura De Marco moriva all’età di sessantanni per mano del fidanzato della figlia, Luca Gentile di anni 21. Il giovane, che lavorava per una ditta di traslochi, dopo un breve interrogatorio, aveva confessato il delitto, raccontando tutto nei minimi dettagli. Ai militari aveva detto di aver ucciso il padre della sua fidanzata dopo l’ennesima lite scoppiata tra i due.
In questi giorni, però, Luca Gentile ha cambiato versione nel corso dell’udienza di convalida al gip Piero Indinnimeo. Ai giudici ha detto: “Abbiamo deciso insieme di eliminarlo”. Insomma un omicidio concordato con la fidanzata Daniela, figlia della vittima.
Ricordiamo che in questi giorni la difesa dei legali è stata che Luca Gentile si fosse difeso dall’aggressione subita dal suocero. Luca, mentre era seduto sulla sedia, fu afferrato per il collo e ai genitali dal suocero. Dopodiché sarebbe uscito di casa quel venerdì sera, per comprare le sigarette, e avrebbe incontrato per caso la vittima il quale lo avrebbe poi invitato nel suo appartamento per «chiarire» alcune vicende legate alla sua relazione con la figlia Daniela.
Quest’ultima versione combacerebbe anche con alcune intercettazioni ambientali fatte in caserma. I legali di Luca Gentile hanno dunque puntato sulla legittima difesa, ma i giudici l’hanno respinta, inserendo nella motivazione no stralcio delle dichiarazioni rese dall’indagato durante l’interrogatorio di garanzia. «Lo abbiamo deciso venerdì… venerdì pomeriggio al parco del Mercatello… dicemmo questo mo’ non ci fa stare quieti». Luca Gentile resta dunque in carcere. La procura sospetta infatti che sia stata la fidanzata Daniela, figlia della vittima, ad istigare il giovane.
“Papà sarai sempre la nostra gioia nei cuori ti amo, vita mia sempre. Ora che ti ho perso sto capendo di non avere più nulla”.
This post was published on Mar 19, 2016 10:35
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