di Eliana Iuorio
Esistiamo, resistiamo, esistiamo.
Così, Annamaria Torre, figlia di Marcello Torre – il sindaco di Pagani ucciso dalla camorra targata Cutolo trentadue anni fa – grida, dal palco della 30^ edizione del Premio Nazionale dedicato a suo padre.
“Sogno una Pagani civile e libera” – questo, il messaggio di Torre, in quella che sarà ricordata quale lettera-testamento di un’esistenza vissuta nel rispetto della legge e delle persone; lui, che la toga l’aveva indossata per passione, onorandola quotidianamente, durante la sua attività.
Un sindaco scomodo, uno di quelli che si oppone alla tirannia della camorra; quella che vuol mettere le mani nell’affare terremoto, che vuol divorare il denaro destinato alle opere pubbliche o che vuole pilotare gli appalti, in favore di ditte a lei note e conniventi, attraverso il gioco sempreverde dei prestanome.
Marcello Torre era un Uomo onesto e mite, un cittadino esemplare e responsabile, che del concetto talvolta fumoso ed arido del “Bene comune”, ne aveva fatto lo scopo unico, della sua attività politica.
Vittima innocente di camorra, Marcello Torre, nella sua Pagani, un mattino presto del 11 dicembre 1980.
Trentadue anni fa.
Ed è nell’aula magna del liceo Mongino, che si è svolta la trentesima edizione del Premio Marcello Torre, Premio nato grazie alla volontà di Lucia De Palma Torre, moglie di Marcello, che per lui, per farne Memoria e diffondere il messaggio forte di Giustizia, ha costituito un’associazione.
Tanti, gli interventi. Tante, le riflessioni.
Le mafie crescono e prosperano, alimentate dalla cattiva politica – quella collusa – al sud come al nord, ci racconta Maria Ferrucci, sindaca di Corsico, in provincia di Milano.
Vincitori del Premio Marcello Torre 2012: Milena Gabbanelli, per il suo alacre lavoro di inchiesta e, per le stesse ragioni, gli autori del libro Il Casalese, edito da Cento Autori, la casa editrice di Villaricca, guidata dal Dott. Pietro Valente.
This post was published on Dic 18, 2012 22:30
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