Successo strepitoso per “La Valchiria” di Richard Wagner, spettacolo inaugurale della Stagione 2025/26 dell’Accademia Nazionale di Santa Cecilia, eccezionalmente (e forse inutilmente) in forma scenica, e andata in scena il 23, 25 e 27 ottobre. Questo breve commento si riferisce alla seconda recita.
La direzione di Daniel Harding, molto applaudito, ha privilegiato tempi dilatati e una cifra intimistica, che mi è sembrata, con buona probabilità, parallela a un intento di fondo dello spettacolo e a una regia minimalista, statica, quasi assente, incentrata sul protagonista, il dio-padre Wotan e il suo mondo interiore.
Wotan, il dio germanico della guerra, della saggezza, della poesia e della morte, che si fa uomo, è il fulcro dell’intera opera. Gli altri personaggi possono essere intesi come personificazioni della psiche e di parti in conflitto del sé. La moglie Fricka potrebbe essere, in chiave analitica, il super-Io, visto che incarna il rigore, la tradizione, la coscienza. La figlia prediletta, Brünnhilde (la valchiria del titolo), è l’es, la sfera emozionale ed erotica, facendosi portatrice del desiderio di Wotan, mosso dall’amore e da un afflato di libertà: il desiderio di salvare un altro suo figlio, Siegmund, reo di un amore incestuoso con la sorella Sieglinde, sottratta al violento Hunding. Brünnhilde contravviene alla volontà finale di Wotan di far vincere il duello tra Siegmund e Hunding a quest’ultimo, perché sente che non è davvero l’anelito originario del padre (condizionato da Fricka) e perché prova compassione verso Siegmund. Decide di proteggerlo, e di prendersi cura della sua compagna in attesa di un figlio, tradendo il padre.
Per averle disobbedito, Wotan la punisce, condannandola a un lungo sonno incantato, e confinandola su una rupe circondata da un recinto di fuoco. Resterà in quel luogo, finché un eroe coraggioso non la sveglierà.
Ho trovato l’impianto scenico, montato sul palcoscenico dell’auditorium per l’occasione, inutile e davvero molto brutto. Poteva ricordare un angolo di Santorini messo su alla buona in un parco divertimenti. Penso che lo spettacolo avrebbe reso bene, forse anche meglio, se fosse stato eseguito in forma di concerto, come avviene generalmente a Santa Cecilia.
Cast disomogeneo nel quale ha svettato la Sieglinde del soprano lituano Vida Miknevičiūtė già interprete della parte al Teatro di San Carlo nel 2023 con Jonas Kaufmann.
Wagner – La Valchiria
In forma scenica
Nuovo allestimento dell’Accademia di Santa Cecilia
giovedì 23 ottobre 2025 ore 18:00
sabato 25 ottobre 2025 ore 15:00
lunedì 27 ottobre 2025 ore 18:00
Auditorium Parco della Musica di Roma – Sala Santa Cecilia
Orchestra
dell’Accademia Nazionale di Santa Cecilia
direttore Daniel Harding
regia Vincent Huguet
impianto scenico Pierre Yovanovitch
costumi Edoardo Russo
light designer Christophe Forey
direttore allestimenti scenici Michele Olcese
in collaborazione con Tirelli Trappett
Cast
Siegmund Jamez McCorkle
Sieglinde Vida Miknevičiūtė
Hunding Stephen Milling
Brünnhilde Miina-Liisa Värelä
Wotan Michael Volle
Fricka Okka von der Damerau
Gerhilde, valchiria Sonja Herranen
Ortlinde, valchiria Hedvig Haugerud
Waltraute, valchiria Claire Barnett-Jones
Schwertleite, valchiria Claudia Huckle
Helmwige, valchiria Dorothea Herbert
Siegrune, valchiria Virginie Verrez
Grimgerde, valchiria Anna Lapkovskaja
Rossweisse, valchiria Štěpánka Pučálková
Giuseppe Iaculo
This post was published on Ott 30, 2025 8:56