Cronaca

Incendio al Vesuvio, la natura e l’agricoltura in ginocchio. Intervista ad Antonio Borriello, vicesindaco di San Giuseppe Vesuviano

Venerdì 8 agosto 2025, un caldo ma tranquillo pomeriggio estivo è stato bruscamente interrotto da un vasto incendio nelle zone di Terzigno (Na) che ha coinvolto diverse aree del Vesuviano, raggiungendo quota 1.050 metri e propagandosi fino al Parco nazionale del Vesuvio. I soccorsi sono intervenuti immediatamente con tutti i mezzi a disposizione: squadre antincendio a terra e mezzi aerei che hanno lavorato senza sosta ma, nonostante gli sforzi, i danni sono ingenti: oltre 500 ettari di vegetazione e vigneti pregiati sono andati in fumo. “L’incendio sul Vesuvio sta devastando le coltivazioni. Un disastro immane per i prodotti agricoli campani. Purtroppo si sta riverificando quanto successo già con l’incendio del 2017 quando fu interessata tutta l’area del parco. Al momento sono state colpite due produzioni tipiche dell’area. La Lacryma Cristi Dop, il vino pregiato vesuviano, per la quale era ormai prossima la raccolta dell’uva, e l’albicocca vesuviana. Impiantare nuovi vigneti richiederà anni e molte risorse” afferma Pasquale Imperato, responsabile Coldiretti, non nascondendo il suo dolore sull’accaduto e, secondo la Protezione Civile della Regione Campania, le fiamme avrebbero distrutto più di 2.500 ettari complessivi, ma l’entità del danno potrebbe essere ancora maggiore. Il sindaco di Terzigno, città epicentro delle fiamme, Francesco Ranieri ha dichiarato: “Abbiamo vissuto una situazione molto critica. All’inizio per fortuna il vento spingeva verso l’alto, poi a un certo punto si è portato verso le abitazioni. E lì abbiamo avuto paura. Ma i mezzi da terra hanno garantito l’incolumità di tutti”. Poche ore fa il ministro per la Protezione Civile Nello Musumeci, ha poi dichiarato: “Ho appena firmato il decreto per disporre, a supporto della Regione Campania, lo stato di mobilitazione straordinaria del servizio nazionale di Protezione civile“. Nel frattempo, la terra continua a bruciare, a distruggere, e a questo punto una domanda nasce spontanea: chi si nasconde dietro questo scempio? Sembra ormai chiaro che l’incendio abbia origine dolosa e che dietro vi sia la mano di piromani “esperti”, non semplici disattenzioni. Ma perché? A chi può giovare tutto questo? Forse dietro le fiamme si cela un business ancora non del tutto chiaro? L’attenzione, ora, è rivolta al contenimento del rogo e alla mitigazione dei danni irreversibili al territorio, ma è fondamentale che le indagini facciano piena luce sulle responsabilità.

A poche ore dal vasto incendio, ho avuto modo di parlare con Antonio Borriello, vicesindaco di San Giuseppe Vesuviano (Na), per fare il punto sulla situazione, le azioni messe in campo e le strategie per la ricostruzione e la prevenzione di futuri disastri ambientali:

Buongiorno dott. Borriello. L’incendio che sta interessando il Vesuvio in queste ore sta allarmando i cittadini delle zone vesuviane. A che punto siamo, con le operazioni di spegnimento? 

La situazione è ancora molto seria. La parte di Terzigno si è estesa in parte verso il territorio sangiuseppese e di Ottaviano. Le fiamme hanno scavalcato la parte di Cognoli entrando nella Valle dell’Inferno e sono quelle che si notano anche a distanza. C’è ancora da lavorare ma i mezzi sono tanti; in più, nell’ultimo briefing a cui ho partecipato per il Comune di San Giuseppe Vesuviano con il Prefetto sul campo operativo di Terzigno si parlava di operazioni ad alta intensità almeno fino a stasera per capire poi se basterà o bisognerà andare avanti.

Qual è stato il primo momento in cui si è reso conto della gravità della situazione?

In realtà già tra martedì e mercoledì c’era il problema degli incendi soprattutto per la zona di Terzigno. C’erano già stati degli interventi e sembrava fosse tutto rientrato. Il problema è che con il caldo e il vento di questi giorni anche un piccolo focolaio può ripartire. E’ ciò che è successo poi venerdì sera quando, dopo un pronto intervento, e per una questione di sicurezza verso gli operatori, si sono fermate le operazioni dopo le 20.30 anche perché al calar della luce non è più possibile l’intervento aereo. Da quel momento poi la situazione è peggiorata.

Ritiene che si possa parlare di dolo o di un evento accidentale?

Non abbiamo alcun tipo di indicazione in merito, e neanche la Prefettura e la Protezione Civile. Senza però avere alcun tipo di presunzione di poter avere già una risposta, personalmente ritengo che ci possa essere una mano dell’uomo dietro, quindi dolo.

Abbiamo già una stima di quali e quanti danni ci sono stati e i cittadini hanno ragione a preoccuparsi per la propria incolumità?

I danni sono tutti ancora da calcolarsi, non c’è ancora una stima precisa. Di sicuro sono danni ingenti, drammatici, ma anche in questo la natura ci insegna che riesce sempre a rialzarsi, nonostante la mano criminale dell’uomo. E’ chiaro che bisogna però attivare con estrema intelligenza tutte le risorse possibili per non lasciare impunito chi commette simili atti. Non c’è alcun rischio al momento, confermato dalla Protezione Civile Regionale per i centri abitati, le fiamme sono lontane, l’incendio si è sviluppato soprattutto nella parte alta della montagna. Le forze di terra poi sono pronte ad intervenire a tutela e protezione dei centri abitati. I cittadini possono stare sereni.

Quali misure urgenti ritiene necessarie per evitare che episodi simili si ripetano?

Ora è giusto concentrare le energie mentali e fisiche per far sì che venga spento l’incendio. Personalmente ritengo che dopo l’ultimo grande incendio del 2017 alcune cose sono state fatte: all’epoca ero consigliere comunale di San Giuseppe Vesuviano e ed ora ho notato una presenza di uomini, mezzi molto più organizzata. Credo che il dispositivo di sicurezza della Regione Campania e delle altre forze è stato più tempestivo. Poi è chiaro che sulla prevenzione si può fare tanto e di più, la prevenzione non è solo spendere soldi per fare interventi manutentivi ma anche fare attività di sensibilizzazione ed educazione anche perchè alle volte gli incendi partono proprio dalla non conoscenza di alcune regole.

Il nuovo bollettino emanato stamattina parla della situazione in progressivo miglioramento. Fin dalle prime ore del mattino, sei Canadair sono impegnati nelle operazioni di spegnimento, affiancati da squadre a terra composte dall’Esercito, dalla Protezione Civile e da numerosi volontari. Gli interventi mirano non solo a domare le fiamme, ma anche a effettuare la bonifica delle aree colpite. C’è fiducia che l’emergenza stia ormai entrando nella sua fase conclusiva.

This post was published on Ago 10, 2025 11:26

Fabio Iuorio

Osservatore del sociale a 360°, amo scrivere e guardare Oltre. Ho amato il ruolo di giornalista fin da bambino, mi piace poter approfondire temi a sfondo sociale spesso ignorati dalla società moderna. Che dire, sono un eterno sognatore di un mondo come quello descritto da John Lennon in Imagine, un mondo dove non esistono discriminazioni e guerre, nulla per cui uccidere o morire.

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