Al giorno d’oggi è comune guardare online i post più disparati, scorrendo meccanicamente le schermate Home dei social media nei momenti “morti” della giornata.
Questa miriade di contenuti pubblicati – a volte spontanea, altre volte programmata – può dar vita inaspettatamente a dei trend. Così, quando un determinato video o composizione fotografica va di moda, iniziano a spuntare online migliaia di repliche, qualcuna simile, qualcuna modificata, in cerca di quei click e visualizzazioni che l’utente ideatore in primis aveva sperimentato e con cui aveva avuto successo.
I social hanno sì dato, quindi, l’opportunità a molti di esprimersi in maniera creativa, trovando un pubblico e delle community con gli stessi interessi, ma la linea tra innovazione e omologazione, quando si tratta dei trend, si sfuma. Il nome di chi ha fatto partire una particolare tendenza si disperde e restano tutte le copie, che però non hanno espresso la propria creatività, ma solo riproposto quella di qualcun altro e nonostante questo hanno l’occasione di avere più successo del post originario spinte dall’algoritmo che le riconosce come modelli funzionanti.
L’omologazione però anche di brevi video non stimola la mente a creare e immaginare cose nuove, fa anzi adagiare sull’idea di non doversi sforzare nemmeno nell’elaborazione di qualcosa di completamente proprio. In questo modo la possibilità di creare contenuti innovativi perde il suo carattere creativo e si riduce ad un’azione automatica come quella di scorrere sulla propria schermata Home in attesa dell’autobus.
Questo fenomeno però non si restringe ai social, ma può essere osservato anche in altri campi, come quello della moda. Il modo di vestirsi può essere, infatti, un’opportunità per esprimere la propria individualità, eppure anche in questo caso si tende a scegliere gli abiti più popolari, piuttosto che andare alla ricerca di qualcosa di unico.
L’omologazione, in entrambi i casi, deriva dal desiderio di voler riuscire a provocare un forte impatto con il minimo sforzo, determinando in questo modo l’approvazione e il gradimento altrui sui social così come nella vita reale, calcolabili in like, visualizzazioni e proliferazioni di innumerevoli duplicati.
È facile imitare, perché seguire un trend assicura un successo immediato, ma la rinuncia alla creatività inaridisce inevitabilmente la capacità critica individuale, disabituando l’autonomia di pensiero.
di Emilia Della Rotonda
This post was published on Lug 19, 2021 10:54
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