Non sono mancate le polemiche, nell’incontro tenutosi ieri al Maschio Angioino, a Napoli, nell’antisala dei Baroni. Un confronto pubblico sulle sorti dell’area dell’ex Base Nato di Bagnoli e, più in generale, su tutta l’area. Le polemiche, appunto, e le critiche da parte dei cittadini si sono rivolte in particolare alla Fondazione Banco di Napoli che gestisce il complesso Ciano.
Tra gli altri, Edoardo Sorge che, a nome del Laboratorio Politico Iskra, ma anche di Bancarotta, Assise di Bagnoli e studenti flegrei, non ha lesinato accuse in merito a presunti “accordi sottobanco con il fine unico di favorire questa o quella singola associazione così da consentire alla Fondazione di ottenere quei soldi per sopravvivere”. E’ stata, quindi, la trasparenza a essere invocata più di ogni altra cosa, nella gestione (la colmata, la bonifica, Città della Scienza, ecc.) di quello che è un bene pubblico a tutti gli effetti.
Presenti alla discussione, il Commissario alla guida della Fondazione, professor Sergio Sciarelli, per il quale il complesso deve diventare “un polo sportivo, formativo e direzionale con lo spostamento di uffici della Regione in quell’area”. Ma anche Gennaro Esposito, consigliere di Ricostruzione Democratica, la cui proposta è quella di “un modello simile all’Acqua Acetosa di Roma”. Progetti che andrebbero a eliminare l’annoso problema di una quasi totale inaccessibilità ai cittadini. Non solo ai bagnolesi. Insomma una vera e propria riqualificazione che coinvolga tutta la città.
Problema da non sottovalutare, ma che, anzi, è forse alla base di tutto, è il fatto che, una struttura di 200 mila metri quadri, sia in grado di costare 1,5 milioni l’anno a causa dei costi Imu, le uniche attività in grado di fornire un piccolo reddito sono scuole di lingua, piccoli laboratori per i giovani e una piccola azienda di ristorazione.
Importante, infine, l’intervento dell’assessore alle Politiche Urbane, Carmine Piscopo, che ha parlato di una “nuova visione post industriale partecipata e in grado di porre al centro in un nuovo piano urbanistico attuativo una grande attrezzatura sociale, collettiva e di quartiere”. Il tutto sottolineando l’importanza di un collegamento tra il complesso stesso e la città.
This post was published on Mar 31, 2015 14:14
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