Parla con rabbia e dolore il padre di Davide Bifolco, il ragazzo di 17 anni ucciso da un colpo di arma da fuoco esploso accidentalmente, il 5 settembre del 2014, nel Rione Traiano di Napoli dalla pistola d’ordinanza del carabiniere Gianni Macchiarolo.
E’ stato un omicidio volontario e invece lo hanno giudicato colposo, gli hanno dato il massimo della pena e adesso in Appello solo due anni. E’ tutto falsato, se questa è la giustizia italiana allora siamo rovinati: Davide è stato trattato così perché è figlio delle periferie.
Davide Bifolco
Nella giornata di ieri, la seconda sezione della Corte di Appello, ha ridotto la pena inflitta in primo grado all’imputato, da 4 anni e 4 mesi a 2 anni, una sentenza frutto di un concordato. In primo grado è stato stabilito che il colpo che uccise Davide Bifolco partì per errore: il carabiniere inciampò e nel perdere l’equilibrio partì il proiettile. Il militare non aveva inserito la sicura.
“Ho perso un figlio di 16 anni senza un perché“, prosegue Gianni Bifolco che, rivolgendosi al militare aggiunge: “vorrei sapere mio figlio cosa ti ha fatto, non sei neanche venuto a chiedere scusa“. Ed è ancora con rabbia che il padre di Davide Bifolco commenta la sentenza di ieri: “Non andrà in carcere perché è un carabiniere, ma ha commesso un omicidio“, sottolinea. Per il padre di Davide Bifolco “le prove sono state inquinate, non hanno fatto le indagini come si deve – sottolinea – il nostro è stato un processo falsato“. E dopo la rabbia, a prendere il sopravvento è il dolore: “Davide mi manca tutti giorni, e quella notte e’ morta anche mia moglie, da quattro anni è nelle mani dei psicologi ma non riesce a superare questo grave lutto“.
This post was published on Ott 17, 2018 14:50
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