Come si vive a Napoli? Male, purtroppo. Almeno questo è quello che dicono i dati (l’esperienza di vita vissuta è un’altra storia). A confermarlo, dopo la consueta classifica annuale di qualche settimana fa de Il Sole 24 Ore, è anche quella stilata dall’università La Sapienza di Roma, che ci vede addirittura messi peggio rispetto a quella de Il Sole 24 Ore.
Se infatti nella classifica stilata dal quotidiano di economia Napoli si piazza quest’anno al 96° posto, la classifica de La Sapienza è meno generosa: Napoli, presa in considerazione insieme alla sua provincia, occupa, in quest’ultima, una delle ultime posizioni: 103esima su 110 città esaminate. Un lieve miglioramento rispetto all’anno scorso, quando Napoli si piazzò in posizione numero 105, ma in ogni caso la situazione rimane stazionaria anche in questa 16esima edizione della classifica sulla qualità della vita stilata dall’Università La Sapienza di Roma per Italia Oggi.
La classifica viene realizzata tenendo conto di ben 9 parametri, affari e lavoro, ambiente, criminalità, disagio sociale, popolazione, servizi finanziari e scolastici, tempo libero, su una scala di valutazione che va da “buono” a “insufficiente”. E a Napoli la qualità della vita sembra essere insufficiente in tutti e 9 i settori presi in esame dai ricercatori.
In generale quello che emerge dalla classifica è un divario profondo (ancora una volta) tra Nord e Sud. La qualità della vita è alta nelle piccole città del Nord, mentre al Sud si vive male anche a causa della crisi e della disoccupazione crescente, con l’unica eccezione, per quest’anno, di Teramo e provincia, che si piazza al 27° posto. Al primo posto troneggia ancora la città e la provincia di Trento, prima per il 5° anno di fila. All’ultimo posto invece la provincia di Carbonia-Iglesias. Unica consolazione: per quanto riguarda l’indice “criminalità”, Milano, Bologna e Rimini sono messe molto peggio di Napoli.
This post was published on Dic 29, 2014 14:53
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