Mentre oggi viene proclamato il lutto cittadino e Napoli si interroga su come sia potuta accadere la strage di Secondigliano, c’è un’altra folle morte che, però, questa volte, è stata scongiurata solo da quella che altro non potrebbe essere se non tanta fortuna. Perchè dei colpi di pistola contro un autobus potevano crearne un’altra di tragedia.
Sono le 22 di giovedì 14 maggio, per le strade non c’è quasi nessuno. Molti, se non tutti, sono nelle loro case a vedere la semifinale di Europa League tra Dnipro e Napoli. Quasi nessuno. Appunto, ma c’è un autobus che costeggia via Janfolla. Alla guida c’è Silvia S. e a bordo un solo passeggero. Un ingegnere che abita in zona. I due stanno parlando, raccontandosi le rispettive giornate e facendosi compagnia. Quando all’improvviso avviene il fatto. Il rumore sordo di quel finestrino che si infrange e poi il dolore alla gamba dell’autista. Il proiettile ha sfondato il vetro del conducente, il primo sul lato sinistro del pullman e, di rimbalzo sul cruscotto, ha colpito Silvia.
L’ennesimo caso di aggressione da parte di bande di teppisti agli autobus che di notte provano a garantire un servizio ai cittadini. Con gli autisti lasciati fin troppo al loro destino. A una follia di chi ha sparato per colpire, e quindi per uccidere, che trova difficile spiegazione e che questa volta lascia tanta rabbia e amarezza da parte di chi si sente sempre più solo. Ma almeno, per questa volta, fortunatamente, potrà raccontarlo.
This post was published on Mag 16, 2015 14:42
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