Cultura

Le recensioni di RoadTV Italia: “Lilith” di Chiara Tortorelli

Tra le frasi che mi hanno particolarmente colpito del libro di Chiara Tortorelli “Lilith“, Ed. Homo Scrivens, è quella con la quale la scrittrice scrive: “ogni donna ha un potere enorme ma è il potere dell’ anima, il corpo sembra piccolo e leggero. È la regola del cosmo, quanto più pesa l’ anima, tanto più il corpo che la contiene deve essere leggero”.

Questo libro è, infatti, attraversato da una rivendicazione di autenticità femminile, intesa come  un esercizio concreto delle potenzialità di una donna e che, quasi per definizione, non può non scardinare pregiudizi e stereotipi, sovvertire l’ ordine costituito tra i generi. La Tortorelli delinea efficacemente, con la sua poesia e con la sua narrazione, la meravigliosa complessità delle donne, o per meglio dire, del pensiero e del sentire femminile.

Un pensiero che tiene tutto insieme e ne rivendica il diritto. Quindi, la scrittrice ricostruisce il proprio tessuto emotivo e del proprio cangiante senso dell’ esserci. Un insieme variegato contraddistinto da un affascinante pensiero poetico che riesce ad attraversare un reale deposito della memoria per arrivare al senso più profondo della stessa.

Una operazione letteraria e poetica che, credo, aspiri a delineare un senso dell’ essere più profondo e irriducibile. Come è intuibile dal titolo del libro, l’autrice recupera in pieno la figura di Lilith che, come noto, è una figura presente nelle antiche religioni mesopotamiche e nella religione ebraica. In una epoca storica come quella attuale ammalata in modo devastante dal presentismo, dal vivere la vita in una mera e disperante successioni di momenti privi di collegamento e di senso tra loro, incentrare un libro su un mito è un lavoro artistico originale e importante, e per certi aspetti dirompente.

La desacralizzazione civile della nostra società ci rende soli, incerti e privi di punti di riferimento. Il mito era una grande narrazione attraverso la quale le persone individuavano vie di uscita dagli inevitabili accidenti della vita. Ecco perché è da apprezzare in modo particolare la scelta di Chiara Tortorelli che recupera il mito e, sia nelle poesie che nella narrazione in prosa, viene rispettata in pieno questa caratteristica in termini di stile di scrittura.

Uno stile letterario che cattura, che accende l’ immaginazione e che suscita in chi legge una serie di domande, di riflessioni sul mondo odierno circostante, ma anche e soprattutto su se stessi, nonché sull’ inscindibile intreccio tra la nostra interiorità e l’ esterno.

La lettura fa sorgere una misura di paragone tra le scelte di Lilith, che, pur pagandole a caro prezzo per lei sono irrinunciabili, e quelle che noi facciamo tutti i giorni. In altre parole, il libro onora quello che è il compito storico del mito.

This post was published on Mar 22, 2021 19:18

Vincenzo Vacca

Sono un artigiano della scrittura. Provo a scrivere non per un desiderio estetizzante, ma per un bisogno di provare a sollevare dubbi. Le certezze esibite mi inquietano. Mi ritengo un uomo che fa domande e mi incuriosiscono le risposte che, in genere, non mi soddisfano.

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