Stando all’ultimo rapporto pubblicato da Arcigay, i casi di violenza omotransfobica in Italia, nel 2015, hanno fatto registrare un notevole incremento al Sud e soprattutto a Napoli rispetto all’anno precedente. Nella città partenopea nel 2015 i casi sono stati 12, solo 5 nel 2014. Questo però non significa che Napoli sia diventata una città più omofoba rispetto agli anni passati, ma semplicemente che c’è più consapevolezza, di conseguenza sono aumentate le denunce.
“Nel corso degli ultimi tre anni – scrivono quelli di Arcigay Napoli – la città è stata in prima linea contro questo tipo di violenza, attraverso una serie di provvedimenti, avanzati dalle associazioni Lgbt del territorio e fortemente voluti dal sindaco Luigi de Magistris”.
“Napoli è stata la prima grande città ad avere il registro delle Unioni civili – dicono – e la prima ad aver trascritto un matrimonio contratto all’estero tra persone dello stesso sesso, ad aver trascritto l’atto di nascita di un bimbo, Ruben, figlio di due mamme sposate all’estero di cui una napoletana ad aver avviato un importante lavoro nelle scuole con il progetto Napoli DiverCity e con il Forum Internazionale delle Culture, ad aver avviato percorsi di inserimento lavorativo di persone lgbt discriminate sui luoghi di lavoro Diversity on the Job”.
Nella città di Napoli la comunità Lgtb “ha finalmente preso coscienza dei propri diritti e ha iniziato a denunciare alle associazioni e in molti casi alle Forze dell’ordine, le violenze e le minacce di stampo omotransfobico”
This post was published on Mar 30, 2016 14:51
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