Tantissimi gli studenti del Giambattista Vico di Napoli in veglia per ricordare e dare un ultimo saluto al prof Vincenzo Auricchio, docente di matematica che di recente era finito nell’occhio del ciclone per presunte accuse di molestie ai danni di due studentesse minorenni. Accuse che il docente, dichiaratosi sempre innocente, non ha retto, decidendo così, con un gesto estremo, di dar fine a tutto ciò, togliendosi la vita con una pistola. Intanto le indagini proseguono, per far luce sul caso.
Ora vi lasciamo all’editoriale scritto da Sergio Valentino
Il professore del Giambattista Vico Vincenzo Auricchio, che nei giorni scorsi era stato indagato e posto agli arresti domiciliari per presunte molestie, si è ammazzato. Non era stato neppure confermato dalle allieve un qualsiasi atteggiamento compromettente, eppure egli ha ceduto alla disperazione, e ha scelto di non subire i giudizi spesso gratuiti di chi oggi, grazie a Internet e Facebook, si erge a principe del Foro e boia impietoso senza neppure essere certo di come stiano le cose. E si è sparato. La rete produce mostri il cui unico titolo di studio che gli consente di esprimere pareri è per lo più virtuale, come il mondo che ci controlla e che stabilisce del nostro destino prima ancora che la vita reale stessa possa permetterlo.
Io non so come stessero le cose. Ma so che la folla di studenti, genitori e professori che stasera, di sabato e ad anno scolastico ormai concluso, si sono dati appuntamento col passaparola per commemorare quest’uomo, di certo non erano lì per un poco di buono, anzi, a osservare in faccia quei giovani volti attoniti, direi che si trattasse, come poi ho avuto conferma, di un professore stimato e benvoluto, capace di appassionare i suoi allievi alla matematica pur trattandosi di indirizzo classico. Una persona buona, simpatica, e soprattutto paterna, avendo un figlio di tre anni. Uno come tanti, semplice e incapace di comprendere le dinamiche che spingono un genitore a distruggere la reputazione di una persona solo sulle basi di chiacchiere o suggestioni di adolescenti, e ancor più incapace di comprendere le ragioni della magistratura di decidere di porre una persona non colpevole (perché una persona è innocente fino a prova contraria) agli arresti domiciliari. Su quali basi? E soprattutto perché?
Domande al momento senza risposta, ma che oggi assillano la mente e il cuore di giovani esistenze scioccate e spaventate dalla vita, e di come la fortuna di una persona ordinaria possa stravolgersi da un momento all’altro per il capriccio di qualcuno.
Qualcuno che ora si porta una vita sulla coscienza, e che dovrà rispondere, almeno moralmente, di istigazione al suicidio.
This post was published on Giu 16, 2019 11:11
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