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La prima stazione ferroviaria d’Italia ridotta a rudere

Pochissime persone passando su Corso Garibaldi sono in grado di riconoscere quel rudere. Eppure proprio quelle mura rese oggi scalcinate e pericolanti dalla colpevole incuria delle istituzioni, nel passato hanno ospitato la prima stazione ferroviaria d’Italia, una delle prime del mondo. La stazione Bayard – dal nome del costruttore francese che l’aveva edificata per conto del Re delle due Sicilie Ferdinando II – è stata per anni un modello da ricopiare. Dall’Italia e dal mondo venivano fior di ingegneri dell’allora nascente industria ferroviaria per copiare il gioiello architettonico partenopeo.

Ecco com’è ridotta oggi la stazione Bayard di Napoli:

Oggi la stazione, passata tra mille vicissitudini dopo l’invasione del Regno delle due Sicilie da parte dei garibaldini prima e dei piemontesi poi, è ridotta a poche pietre di tufo messe l’una sull’altra a ricordare quella che un tempo è stata l’onore e il vanto di una intera nazione. In tutti i paesi del mondo un pezzo di storia di tale importanza sarebbe un museo, in Italia, e in particolare a Napoli, la memoria corta di alcuni fa danno a tutti. L’ultima “botta” alla stazione l’ha data, dopo i bombardamenti della seconda guerra mondiale, il terremoto del 1980 che ha reso di fatto inaccessibile la struttura. L’unica parte ancora in piedi ospita oggi gli uffici della II municipalità.

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Contro lo scempio che si consuma ai danni di uno dei principali ricordi del regno borbonico si schierano le associazioni indipendentiste che, compatte, alzano la voce contro quello che è stato definito un crimine contro la storia di Napoli. “Dove ci potrebbe essere turismo, occupazione e decoro – dichiara Ciro Borrelli di Nazione Napolitana Indipendente – domina l’incuria e l’irresponsabilità delle amministrazioni locali. Quella che era la stazione Bayard oggi è ridotta a un rudere. Della stazione inaugurata nel 1839, che in qualsiasi posto del mondo sarebbe un museo, oggi rimane in piedi solo un pilastro. Non una lapide, non una scritta che ricorda uno dei primati di questa città. Questo ci fa pensare – continua Borrelli – che c’è una chiara volontà di voler affossare la nostra storia e la nostra cultura. Molto probabilmente un museo ferroviario del genere potrebbe portare via qualche turista dalle città del nord, e questo a qualcuno non va bene. Noi delle associazioni indipendentiste – conclude – dobbiamo unirci e dobbiamo cominciare a salvaguardare con le buone o con le cattive le nostre bellezze architettoniche. La nostra storia e la nostra cultura sono il nostro tesoro e non dobbiamo più permettere che ce lo portino via giorno dopo giorno”.

This post was published on Ott 14, 2014 19:15

Redazione Desk

Questo articolo è stato scritto dalla redazione di Road Tv Italia. La web tv libera, indipendente, fatta dalla gente e con la gente.

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