venerdì, Marzo 29, 2024
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CasaCorriere apre il monastero di clausura delle Clarisse Cappuccine a Caponapoli

Un’anteprima sold out al Monastero delle Trentatré ha inaugurato giovedì 31 maggio, con l’evento “Comunità e rete: la religione del web“, la terza edizione degli incontri CasaCorriere, promossi dal Corriere del Mezzogiorno.

Il tema è stato esclusivamente concepito per un luogo speciale, nato come il primo ospedale pubblico dedicato alle donne e a coloro che in altri luoghi non avrebbero ricevuto le adeguate cure. La Community dei lettori, giornalisti e la redazione sono stati accolti tra le mura cinquecentesche dalla Badessa Suor Rosa Lupoli.

Anche noi di Road Tv Italia ci siamo stati per raccontarvi come è andato il primo di una serie di appuntamenti che vedranno protagonisti i luoghi più suggestivi di Napoli.

Può un Monastero di Clausura essere social? La risposta è stata data ieri.

La ruota di legno del portale contiguo della chiesa – da non confondere con la Ruota degli Esposti – dell’Annunziata o di San Gregorio Armeno – è sempre servita per comunicare con l’esterno, par fare la carità, per lasciare messaggi. È così che come è stato scritto dal Corriere del Mezzogiorno si è passati dalla Ruota al Router, dove quello delle Trentatré rappresenta il primo monastero social esistente.

Chi non ricorda l’incontro delle Sorelle con Papa Francesco nel 2015 al Duomo di San Gennaro?

Al momento della consegna del cero lo assalirono con gioia, e l’episodio suscitò le critiche di Luciana Littizzetto, ma Madre Rosa rispondendo su Famiglia Cristiana disse «Lei non ha idea di quanta gente frequenti e sia in contatto con un monastero di clausura: ho conosciuto più gente stando qui dentro che non fuori in giro per il mondo».

 

Il Monastero delle trentatré apre le porte ai lettori per CasaCorriere

Attraverso la fondazione del Protomonastero di Santa Maria in Gerusalemme il 19 febbraio 1535 con Maria Lorenza Longo, le Clarisse Cappuccine Trentatré dopo la riforma dell’ordine delle Cappuccine diventano Cappuccinelle. Ne sono 33, come gli anni di Cristo.

Le Cappuccinelle, sopravvissute alla soppressione dei monasteri nel 1866, nel 1903 riuscirono a riscattare il Monastero dagli Incurabili ma nel 1918 persero il chiostro per favorire la costruzione del Dispensario Tubercolare. Trentanove anni più tardi rientrarono in possesso del giardino e nel 2001 furono restituite dal comune alcune aree che appartenevano allo spazio che oggi vede unità.

È in questo luogo identitario che CasaCorriere ha scelto di dialogare con la propria Community attraverso un confronto laico-religioso per parlare di nuovi stili di comunicazione.

Le consorelle hanno infatti scelto la comunicazione digitale già attraverso un sito dal 1995. Madre Rosa Lupoli, la Badessa del monastero ha scelto di aprirsi alla Comunicazione.

Le Trentatré (che però sono rimaste in undici) hanno una pagina Facebook che le tiene in contatto le persone, indistintamente.

Come Maria Longo lasciò aperte le porte degli Incurabili a tutte le donne incinte (c’è una epigrafe a ricordare che ogni donna ci qualunque estrazione sociale avrebbe potuto trovare rifugio), così oggi le sorelle accolgono anche attraverso il mondo virtuale le richieste d’aiuto. Facebook come luogo in cui confessare i propri affanni e le solitudini. I fedeli trovano rifugio, conforto, nel mondo virtuale. La sorella ha anche sottolineato nel suo intervento che alcune relazioni social sono divenute reali. Chi le ha contattate è venuto a Napoli a visitarle.

L’evento è stato moderato e presentato dal direttore del Corriere del Mezzogiorno Enzo d’Errico.

Non è mancata l’attesa presenza della nota art blogger e storica Rossana Di Poce che ha regalato al pubblico un personale racconto sulla storia del luogo.

Ospite dalla redazione del Corriere della Sera, la sorrentina trapiantata a Milano Candida Morvillo. La giornalista attraverso il suo intervento ha ricordato cosa significava essere social ai tempi degli studi universitari a Napoli semplicemente scendendo in piazza, in centro storico, fermandosi a parlare in un bar o in una salumeria di fiducia. La Morvillo si è inoltre soffermata su come sia cambiato oggi il modo di fare giornalismo, grazie o a causa a volte dell’immediatezza dei social e dei mezzi virtuali e su come spesso il mestiere di giornalista che si pone da sempre come mediatore, possa venir meno a causa dei social.

Particolarmente interessante l’intervento di Francesco Nicodemo, esperto in Comunicazione, che attraverso una panoramica sugli algoritmi e sui dati che noi utenti forniamo alla rete consapevolmente, ha approfondito l’argomento relativo alla dipendenza dai social, concludendo con una proposta di educazione al digitale.

Special guest il regista Mario Martone, il quale ha raccontato secondo il suo punto di vista da regista il modo in cui Napoli si racconta. Il momento ha fornito anche l’occasione per promuovere la Mostra d’arte contemporanea che lo vede protagonista al MADRE e che rappresenta una forma di gratitudine verso la città.

 

Il titolo della Mostra è 1977-2018 MARIO MARTONE MUSEO MADRE ed è a cura di Gianluca Riccio. Prodotto da Fondazione Donnaregina per le arti contemporanee – Madre • museo d’arte contemporanea Donnaregina con il supporto di Fondazione Campania dei Festival – Napoli Teatro Festival Italia verrà inaugurata oggi 1 giugno alle 19:00.

Non sono mancati momenti letterari come la presentazione del libro dello scrittore manager Vito Ribaudo, che ha presentato il suo ultimo giallo ambientato sull’Isola d’Elba intitolato L’Elbano.

Immancabile per CasaCorriere la presenza dello scrittore Maurizio de Giovanni, che come sempre ha dedicato le più belle e personalissime parole su ciò che rappresenta ed ha sempre rappresentato per Napoli la socialità e l’identità sociale.

Una piacevole sorpresa è stata quella degli attimi musicali a cura di Maria Pia de Vito, nota cantante, pianista e autrice abilissima a fondere jazz e canzone napoletana con sensibilità e maestria.

Non vediamo l’ora di raccontarvi quelli che saranno i prossimi appuntamenti di CasaCorriere.

 

Annalisa Guida
Annalisa Guida
Sognatrice per mestiere, grafomane per passione, art and red lips addicted. Se non esistesse la cultura la inventerei, ma dato che c'è già ho deciso di farne un lavoro e di parlarvene in questa rubrica.
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