di Domenica Natasha Turano
“Chiediamo alle Istituzioni maggiore ascolto e sostegno, tante le famiglie che aspettano”
Sono tante le realtà che vedono un minore temporaneamente privo di un ambiente familiare idoneo, motivi di natura economica, gravi situazioni che coinvolgono i genitori naturali, e in situazioni di questo tipo il nucleo familiare ha bisogno di essere aiutato. La soluzione più facile, alla quale spesso si ricorre, è quella di affidare il bambino alle cure di un Istituto, tuttavia non si tratta sempre della scelta migliore.
Il compito arduo di un affido è infatti non solo quello di dare temporaneamente aiuto alla famiglia d’origine del minore, ma soprattutto accogliere in casa propria un bambino diventando un “genitore parallelo”, donargli un contesto che gli consenta di vivere la realtà familiare in ogni suo aspetto e sempre con la consapevolezza che l’affido non è adozione.
“L’affido va vissuto con spirito di servizio – dicono le famiglie – e non di possesso, si ha la possibilità di regalare a un bambino il sogno di una famiglia, di creare intorno a lui una rete di emozioni, cosa che solo all’interno di una famiglia può essere sviluppata”.
Ottenere l’affido non è cosi semplice: le famiglie affidatarie sono volontarie, seguono dei corsi appositi, si riuniscono mensilmente, ma proprio per questo vanno sostenute e ascoltate. I tempi di attesa per ottenere un affido in Italia sono lunghissimi, inoltre i gruppi di sostegno non ricevono alcun aiuto dalle Istituzioni, pur costituendo un momento di confronto importante e irrinunciabile per condividere con le altre famiglie la propria esperienza e i propri dubbi.
L’affido dovrebbe essere innanzitutto coordinamento tra famiglia e istituzione, un gesto di solidarietà a garanzia di un futuro.
“Ci sono genitori – continuano le famiglie – che non riescono a mantenere e crescere i propri figli. Le istituzioni, gli operatori, non possono riuscire in quello che noi facciamo. Sono tante le famiglie che aspettano, ma spesso manca un dialogo con le istituzioni, quindi si verificano anche casi di proposte inconciliabili con le esigenze del nucleo familiare che bloccano il già difficile sistema dell’affido. Chiediamo alle Istituzioni maggiore ascolto e sostegno, oltre che la promozione di reti e associazioni di famiglie come valido strumento di supporto”.
This post was published on Set 5, 2012 10:53
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