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L’arte del presepe napoletano nella collezione del Museo di San Martino

L’arte del presepe napoletano è uno stile di vita, una filosofia per il popolo partenopeo. Il materiale, gli storici pastori in legno e terracotta, le tecniche, tutto è stato raccolto con l’intento di spiegare e mostrare al visitatore le caratteristiche e l’evoluzione di questa secolare tradizione napoletana. All’interno di otto sale, il Museo di San Martino contiene la più grande raccolta presepiale d’Italia. La sezione, ubicata nella zona dove si trovavano le antiche cucine della Certosa, possiede un’importante raccolta di pastori realizzati dai più celebri plasticatori del XVIII e del XIX secolo.

 

L’arte del presepe napoletano: i personaggi e gli accessori che rendono vivo il presepe

Alcuni personaggi, come un mendicante in terracotta con occhi di vetro, sono opera di Giuseppe Sanmartino, l’artista del Cristo velato. Fondamentali sono anche gli accessori che rendono il presepe vivo, come ortaggi, frutta, vasellame, strumenti musicali, argenti e animali realizzati da Francesco Gallo. La maggior parte dei presepi appartiene alla collezione dell’avvocato Pasquale Perrone che nel 1971 affidò al Museo più di novecento oggetti. Alcuni tesori sono esposti negli originali “scarabattoli”, bacheche lignee vetrate a volte provviste di un fondale dipinto, destinate a una funzione devozionale. Fra questi il presepe Ricciardi, con un magnifico corteo di Orientali, non al completo a causa di un furto. Altri sono dedicati alla Natività e all’Annunciazione. In alcune vetrine particolarmente importanti sono gli animali, di straordinario realismo, e le tante “nature morte”.

 

L’arte del presepe napoletano: il più piccolo presepe racchiuso in un guscio d’uovo

All’interno della sezione è possibile osservare presepi di differenti dimensioni, il più piccolo è racchiuso in un guscio d’uovo, ed epoche, vanno infatti dal Quattrocento fino all’Ottocento. Anche i pastori variano per grandezza, da quelli in formato ridotto a quelli simili a manichini con vestiti di stoffa di circa trentacinque centimetri. Vi sono poi alcuni pastori deformi della collezione Carrara, che esasperati sembrano quasi delle caricature.

 

L’arte del presepe napoletano: il più importante è quello Cuciniello

Il presepe più importante è quello Cuciniello, che prende il nome da Michele Cuciniello collezionista che donò allo Stato circa ottocento tra pastori, animali e accessori, e che volle personalmente seguire la messa in scena e il montaggio dell’intero presepe, inaugurato nel 1879. L’opera fu esposta in una grotta appositamente costruita. Popolata da elementi tardo-settecenteschi, rappresenta i tre episodi principali: del mistero, la grotta dove nacque Gesù, della taverna e dell’annuncio ai pastori e al popolo rappresentato da personaggi appartenenti a ogni ceto. Mendicanti, suonatori, contadini, venditori ambulanti, nani, mori e popolane che sembrano vivere realmente.

Recentemente sono stati poi aggiunti alla sezione pezzi unici come la Vergine puerpera in legno del Trecento, e le figure superstiti del grandioso presepe della chiesa di San Giovanni a Carbonara, opera quattrocentesca degli scultori Pietro e Giovanni Alamanno.

Redazione Desk
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