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‘Giovanni Falcone. Un eroe solo’. Intervista a Francesca Barra

'Giovanni Falcone. Un eroe solo'. Intervista a Francesca BarraLady in the city

Rubrica di Eliana Iuorio

Francesca Barra ha una dote sorprendente, non comune a tutti.
Quella del saper raccontare.
Nel libro scritto a “quattro mani”, insieme a Maria Falcone (“Giovanni Falcone. Un eroe solo”, edito da Rizzoli), la vicenda di un Uomo e della sua solitudine, della sua immensa professionalità e della grande passione civile.
Un Uomo che guardava al presente, con gli occhi del futuro.
E che Francesca Barra e Maria Falcone, hanno portato a noi da vivo.

23 maggio 1992. Capaci come Beirut.
Giovanni Falcone, Francesca Morvillo, Rocco Dicillo, Vito Schifani, Antonio Montinaro, saltano in aria sull’autostrada diretta a Palermo.
Una vicenda “scomoda”, per tanti, ancora dopo vent’anni.
Il tuo ricordo di quel giorno.

Sono nata e cresciuta in un paese lucano. In quegli anni, non c’era nemmeno il cinema a Policoro. La tv si accendeva, vero, ma spesso i bambini venivano “lasciati fuori” da certe notizie. Credo che sia stato anche per questo che ho deciso di scrivere libri e di indirizzarli soprattutto all’attenzione delle nuove generazioni. Affinchè la curiosità, l’informazione, gli stimoli culturali, siano sempre vigili. La memoria è un allenamento. E non bisogna scordarsi di parlare, urlare la verità, raccontare…

'Giovanni Falcone. Un eroe solo'. Intervista a Francesca Barra

Un libro importante perché restituisce al lettore l’immagine reale, vera, di un uomo come tanti; con la sua vita, le sue passioni, il suo lavoro. Un Eroe per caso; perché predestinato; o perché in un Paese dove la fiducia, l’abnegazione, il senso del dovere, sembrano cose da gente “fuori dal mondo”, chi svolge il suo dovere fino in fondo, è solo un folle sognatore?

COSE fuori dal mondo è un’ottima provocazione. Non credo nella predestinazione, ma nella volontà dell’uomo anche al di sopra del destino. Credere nello stato, oggi più che mai, attraverso la vita e il percorso di Giovanni Falcone, è fondamentale. Per selezionare uomini migliori che possano occuparsi di piccole e grandi realtà.

Hai scritto insieme a Maria Falcone, sorella di Giovanni. Due Donne, che riportano alla vita un Uomo simbolo del nostro Paese. Com’è nata, questa sinergìa?

Due generazioni a confronto. La mia che non dimentica e la sua che ha vissuto. Sensibili e discrete con la priorità di raccontare la storia delle storie. Credo che questo ci abbia unite moltissimo.

Il progetto Antimafia, così com’è oggi strutturata, e nell’organizzazione e nelle tecniche di coordinamento, nello stesso modo di conduzione delle indagini, è da attribuirsi a quest’Uomo, che in vita non ha ottenuto riconoscimenti o meriti particolari, ma che dalla sua morte è ricordato come un eroe, anche dai suoi detrattori più acerrimi, quelli che Paolo Borsellino definì “giuda”

Il suo metodo è ancora oggi utilizzato. La magistratura deve molto a Giovanni Falcone. Ma anche la società civile. Quella che sa applicare spirito critico a ciò che sente, senza farsi condizionare da ciò che qualcuno faziosamente dice o scrive. Lo ripeto sempre quando incontro i giovani nella scuola. La cultura vi salverà. Perchè vi permetterà di avere gli strumenti per giudicare da soli e conoscere la verità.

“Questo è il Paese felice in cui, se ti si pone una bomba sotto casa, e la bomba per fortuna non esplode, la colpa è tua che non l’hai fatta esplodere”. Parole di Falcone, dopo il mancato attentato nei suoi confronti, all’Addaura. Giovanni Falcone attaccato da tanti, “colpevole” della sua coerenza e del suo grande senso dello Stato. Giovanni Falcone: un eroe solo

Avrei voluto questo titolo per il libro perchè dentro questa amara espressione c’è tutta la vita, la sofferenza, la delusione di un uomo che stava lottando per la giustizia, a costo di rimetterci con la propria pelle- come poi è accaduto. Rispondere a simili insinuazioni avrebbe fatto perdere l’entusiasmo o la forza a chiunque. Ma lui no e questo farà sempre la differenza

Nella tua intervista al Procuratore della Repubblica di Caltanissetta, Sergio Lari, che conclude questo preziosissimo libro, ti fai portavoce di tanti cittadini. “Perché, si fa tanta fatica ad ammettere di essere vicini alla verità?” – chiedi al magistrato – Come risponderebbe, Francesca Barra?

Forse perchè per qualcuno è scomoda ancora

Luisa, questa anonima donna, citata nelle prime pagine del libro, è tra quelle persone che ogni giorno hanno animato ed animano l’albero dedicato a Giovanni e Francesca Falcone. Tanti messaggi, di chi ha realmente amato e stimato, quest’Uomo e la sua opera per il Paese e la Giustizia.
Luisa scrive, il 12 agosto 1992: “Non hai voluto figli! Io ti avrei voluto come papà!”
Le mafie non hanno vinto. Il movimento civile nato dopo le stragi ne è una chiara dimostrazione

Quella frase mi ha colpita moltissimo. Così come le lettere che vengono lasciate sull’albero falcone. Ne ho letti tanti, ma la tenerezza di questo messaggio mette in luce una grande privazione del giudice.

Il tuo eroe si chiama Vittorio (tuo fratello carabiniere). Hai una splendida famiglia. Come racconteresti Giovanni Falcone, a tuo figlio?

Mio figlio si è appassionato a questa storia. Si sedeva accanto a me mentre scrivevo la prima parte sull’infanzia e mi faceva mille domande. Alla fine, quando ha scoperto che l’avevano ucciso, mi ha detto che avrebbe voluto correre da Giovanni bambino e avvisarlo. Dirgli di restare forte come Zorro con cui aveva tagliuzzato gli arazzi di casa. E mi ha anche confessato:” Secondo me è morto solo l’uomo. Ed è rimasto l’eroe. Perchè gli eroi non possono morire. ” e forse un pò è davvero così…

'Giovanni Falcone. Un eroe solo'. Intervista a Francesca Barra

Grazie, Francesca. La Tua, è una Penna che trasuda Bellezza. Di grande impegno civile, contro tutte le mafie.

La mia è una missione. La mia voce, il mio impegno è uno strumento a disposizione degli altri. Sono loro, i giusti che per me sono bellezza, che bisogna ringraziare…

Redazione Desk
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Questo articolo è stato scritto dalla redazione di Road Tv Italia. La web tv libera, indipendente, fatta dalla gente e con la gente.
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