venerdì, Aprile 19, 2024
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Gargano ex al veleno: “I napoletani sono maleducati”. Montervino risponde: “Lo abbiamo fatto diventare uomo”

Walter Gargano ha rilasciato un’intervista al veleno, dal Messico, dove gioca con il Monterrey, attaccando Napoli, il Napoli, i napoletani e i suoi ex compagni di squadra. Insomma, un attacco totale, ai microfoni della trasmissione radiofonica “La Deportiva” su Rg 690, senza prigionieri da parte dell’ex centrocampista azzurro. Che mette al centro del mirino prima di tutto i cittadini partenopei. “Sono insolenti, maleducati. Hanno degli atteggiamenti che qui sono al contrario. Qui la gente è molto educata, ti chiede le cose dicendo per favore, se stai cenando o pranzando aspetta il momento giusto. A Napoli, invece, in ogni momento ti assalivano gridando in dialetto ‘Uè, Gargà, vieni qua’, senza mai chiedere per favore. Per un calciatore è unico giocare a Napoli perché c’è una passione immensa. Che le cose vadano bene o male, comunque non puoi uscire di casa”. 

Poi è toccato agli ex compagni di avventura, a cominciare da Walter Mazzarri“L’Inter voleva comprarmi, ma arrivò Mazzarri e con lui non c’erano dei problemi, ma delle divergenze d’opinione. Se mi dicono che una cosa è verde, ma io la vedo nera, per me continuerà ad essere nera. Ho molto carattere, e grazie a Dio ho sempre seguito le cose che per me sono giuste. Se c’era qualcuno che non era giusto, per me era questo signore. Sono cose che succedono, non c’erano problemi tattici: pensava che bastava dirmi “devi fare così, decido io”. Ok, decidi tu, ma sono io che vado in campo!”. Ma il tecnico toscano non ha avuto problemi solo con lui, anzi. “Mazzarri ha avuto problemi anche con Lavezzi, e non è stato mai riconoscente con me: ci fu un giorno in cui il Pocho voleva picchiarlo e fui io a fermarlo! Se non ci fossi stato io… Il motivo del litigio? Perché Mazzarri voleva avere sempre l’ultima parola, aveva un carattere particolare e noi eravamo giovani e un po’ ribelli. Non gli piaceva nemmeno che bevessimo il mate negli spogliatoi o che ascoltassimo la nostra musica. Sono cose caratteristiche per noi, e a lui non piacevano”.

Ma con qualcun altro, Gargano è anche arrivato alle mani. “Nei primi sei mesi in azzurro, col capitano, Francesco Montervino. Durante un allenamento ci fu uno scontro di gioco, lui mi diede uno schiaffetto sul viso, come se volesse dire ‘stai zitto, piccolino’. Pensava che non avrei reagito, ma mi arrabbiai e all’epoca non pensavo molto a quello che facevo, aveva sbagliato persona. Gli diedi un paio di colpì e non reagì, poi cercò di spaventarmi dicendo ‘ti ammazzo!’, una cosa che loro fanno spesso lì, e io gli dissi che  a me non piace parlare, e gli dissi che se voleva litigare ero lì a disposizione. Ricordo che Lavezzi mi diceva ‘picchialo, picchialo!’. Sono errori che uno commette quando è giovane…”.

Ma anche con Edo De Laurentiis, figlio del patron azzurro, ci fu una discussione per nulla dai toni amichevoli.“Tornavamo da una partita contro la Lazio, a Roma. Il figlio del presidente la sostituì con uno dei film di De Laurentiis, che è un produttore cinematografico e ne produce vari, peraltro molto brutti. Lui all’epoca non era il vicepresidente del Napoli come lo è oggi, è un ragazzo giovane, ha due anni in più a me, ma visto che non sa fare altro lo hanno inserito nel club. Si arrabbiò quando tutti i calciatori iniziarono a fischiare, io ero seduto al mio solito posto, e visto che non ebbe il coraggio di parlare col Pocho venne da me. Mi diede uno schiaffo sulla gamba dicendo ‘vi ho detto che non dovete fischiare!’, e io gli dissi tranquillamente ‘stai sbagliando, non ho fatto niente, il film non mi disturba, sto ascoltando un po’ di musica’. Dopo un po’, un’altra volta, Lavezzi mi sussurrò nell’orecchio ‘Picchialo, picchialo, picchialo’… Io avevo una personalità aggressiva, non era mia abitudine fare a botte e ancor meno col figlio del presidente. Gli diedi uno schiaffone davanti a tutti, mi disse ‘t’ammazzo’ e gliene diedi un’altro. Arrivammo a Castel Volturno, scesi dal bus senza zaino e gli dissi ‘andiamo a litigare’, ma lui mi chiese scusa, dicendo di aver sbagliato. Non successe più nulla”.

A difendere Gargano ci ha pensato la moglie, Miska, sorella del capitano azzurro, Marek Hamsik, che dal suo profilo Twitter, ha scritto: “Orgullosa de vos….hablar de todo sin dar vueltas y sin miedo…de mostrar cómo eres realmente….te amo chiqui”. Ovvero: “Orgogliosa di te, hai parlato di tutto senza paura e senza giri di parole. Hai dimostrato di essere come sei realmente. Ti amo”. Parole che hanno scatenato ulteriormente la reazione dei napoletani, che non hanno esitato a utilizzare proprio i social per insultare la coppia.

Ma a dire la sua, rispondendo a Gargano, ci ha pensato proprio una delle persone da lui nominate, ovvero l’ex capitano azzurro, Francesco Montervino, ai microfoni di Radio Goal. “Il problema di Gargano è che non solo da ragazzo, ma anche da vecchio non pensa a quel che dice. Quello che accade nello spogliatoio è sacro ed è sbagliato farlo uscire fuori. E io che ho fatto il capitano del Napoli lo so bene. Gargano è stato scorretto, non può un ex calciatore del Napoli gettare fango sulla città, sulla maglia del Napoli, sulla sua ex società e sui suoi ex compagni. Tutti noi prima di farlo diventare calciatore, lo abbiamo reso uomo e questa è una delle cose che più mi fa male. Per quanto riguarda la lite mia con lui, io difficilmente mi faccio mettere le mani addosso, figuriamoci da quelli al di sotto di un metro e 60, perché sono una persona a modo, ma che ha sempre fatto rispettare le regole e qualche volta l’ho fatto anche a brutto muso. Con Gargano un litigio c’è stato, ma ripeto solo che la conclusione non è stata quella raccontata da lui. Era il suo terzo anno e il mio ultimo anno a Napoli: fu il giorno prima di un’amichevole estiva a Londra con il West Ham, tra l’altro furono i miei ultimi 10 giorni al Napoli. Sicuramente se fossi stato picchiato difficilmente sarei stato mandato via. Probabilmente non gli è andato giù quel ‘piccolo incontro’ che abbiamo fatto. E trovo assurdo anche che abbia parlato di Edo De Laurentiis, anche se, per quanto mi riguarda, conoscendo Gargano anche da dentro lo spogliatoio per me non è nulla di nuovo. Nel mondo esistono ‘uomini, uommenicchie e quaquaraquà’. All’epoca Marek e gli altri non parlavano. Anche perché se c’erano persone come il sottoscritto o gli altri che avevano carattere nello spogliatoio, pochi si sarebbero permessi di alzare le mani addosso a qualcuno, figuriamoci a me. Persone come me e Paolo Cannavaro hanno dato tanto a questa maglia, abbiamo vegliato e riservato per anni sullo spogliatoio del Napoli, abbiamo nascosto tante piccole crepe che ci sono in tutti gli spogliatoi”.

Redazione Desk
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