venerdì, Marzo 29, 2024
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Il 13esimo segno zodiacale ignorato dagli astrologi

Ecco perché l'oroscopo è una bufala: esiste un tredicesimo segno zodiacale che gli astrologi hanno deliberatamente ignorato. Vi spieghiamo perché

Mettetevi l’anima in pace: l’oroscopo è una bufala megagalattica. Se avevate ancora qualche dubbio, questa notizia, che sta circolando da alcuni giorni sul web destando l’interesse di curiosi e appassionati seguaci dell’astrologia, ve lo fugherà immediatamente: esiste un 13esimo segno zodiacale, che gli astrologi moderni non tengono in considerazione: la costellazione dell’Ofiuco.

Il 13esimo segno zodiacale è quello dell’Ofiuco

Ofiuco è una delle 88 costellazioni moderne, il 13esimo segno zodiacale, anche detto Serpentario: il suo nome significa infatti “colui che porta il serpente”, ed è proprio così che questa costellazione sarebbe raffigurata laddove dovesse entrare a far parte dell’oroscopo. La storia a cui è generalmente associato questo nome è quello di Asclepio o Esculapio, il dio della medicina (qui potete leggere la leggenda).

La “scoperta” della tredicesima costellazione dello zodiaco non è, contrariamente a quanto si possa pensare, per niente recente: già nel 1970 l’astrologo Stephen Schmidt propose uno zodiaco di 14 segni anziché 12, che comprendeva, oltre alle costellazioni note ai più, anche quella della Balena e quella dell’Ofiuco. La sua idea fu ripresa negli anni ’90 da Walter Berg e Mark Yazaki, che lanciarono l’ipotesi di uno zodiaco di 13 segni (Ofiuco compreso); proposta che fu ben accetta in Giappone, dove l’Ofiuco, a differenza nostra, lo conoscono bene, e identificano appunto come “portatore di serpente”.

La costellazione dell’Ofiuco, da tempo nota agli astronomi, non ha sempre fatto parte dello zodiaco; ecco perché non fu inserita nelle mappe celesti realizzate più di 2mila anni fa dai babilonesi: mappe sulle quali ancora oggi gli astrologi elaborano le loro previsioni zodiacali, senza tenere conto che qualcosa è cambiato. Vediamo cosa.

Il tredicesimo segno zodiacale: da dove spunta fuori?

Il segno dell’Ofiuco oggi cade dal 30 novembre al 14 dicembre, a cavallo quindi del segno del Sagittario. Ma, come dicevamo, non è sempre stato così: l’Ofiuco è entrato a far parte dello zodiaco a causa di un fenomeno astronomico chiamato precessione degli equinozi, e dovuto al moto di rotazione che la Terra compie intorno al suo asse.

Cos’è lo zodiaco e come si calcola il segno zodiacale

Prima di spiegare cos’è il moto di percezione degli equinozi, facciamo un piccolo ripassino a chi non ricorda (o non sa) come si attribuiscono i segni zodiacali. Lo zodiaco è una fascia della volta celeste all’interno della quale sono raggruppate delle costellazioni. Essa si si estende lungo i lati dell’eclittica, che è il percorso apparente che il Sole compie in un anno (apparente perché in realtà è la Terra a muoversi).

Per determinare sotto quale “stella” siamo nati, ci affidiamo alla posizione apparente del Sole rispetto a questa “fascia” zodiacale, che in realtà è determinata dalla posizione della Terra rispetto al Sole e alle stelle. Il nostro segno zodiacale è quello in cui il Sole si trova a “passare” al momento della nostra nascita. In realtà, come sappiamo ormai da secoli, non è il Sole a muoversi, ma la Terra che in un anno compie un giro completo intorno al Sole (ma questo gli astronomi babilonesi che hanno “mappato” lo zodiaco non lo sapevano). Ad esempio, se sono nato il 10 ottobre, appartengo al segno della Bilancia perché quel giorno il Sole (cioè la Terra) si trovava nella costellazione di Libra.

In tempi antichi, alle costellazioni zodiacali vennero assegnati i nomi di esseri viventi, reali o fantastici: il termine zodiaco infatti è composto da due parole greche che significano rispettivamente “essere vivente” e “percorso”, a testimonianza del fatto che lo zodiaco è il percorso compiuto dal Sole attraverso le 12 costellazioni.

La precessione degli equinozi: ecco perché lo zodiaco è cambiato

Il percorso che la Terra compie intorno al Sole in un anno (che si chiama moto di rivoluzione) non è tuttavia sempre uguale nei millenni: esiste infatti un fenomeno di cui gli astronomi antichi non tennero conto, che si chiama precessione degli equinozi, e che è dovuto alla rotazione della Terra sul suo stesso asse (quel movimento, per intenderci, che determina l’alternarsi di notte e giorno). Sappiamo che l’asse terrestre è inclinato di circa 23 gradi rispetto alla perpendicolare al piano dell’eclittica: è questa inclinazione, insieme al moto di rivoluzione, a causare l’alternanza delle stagioni.

L’asse di rotazione della Terra cambia il suo orientamento nei millenni rispetto alla sfera celeste: la precessione è appunto una rotazione dell’asse, inclinato, attorno alla verticale ideale della Terra rispetto al piano dell’eclittica. Per capire questo movimento dovete pensare alla Terra come a una gigantesca trottola: ruotando su se stessa, essa finisce per cambiare la posizione del suo stesso asse. Questo movimento, chiamato dagli astronomi “precessione degli equinozi”, compie un giro completo ogni 25800 anni (periodo detto anche anno platonico), e avviene a causa di diversi fattori: il primo è che la Terra non è perfettamente tonda, ma ha una forma, come sappiamo, schiacciata ai poli e sporgente all’equatore; inoltre, su di essa agiscono le forze gravitazionali del Sole e della Luna, che “attirano” la sporgenza equatoriale cercando di allineare l’asse della Terra con la perpendicolare al piano dell’eclittica.

Il risultato è che l’asse terrestre disegna, nei millenni, un gigantesco cerchio sulla volta celeste: questo provoca alcuni cambiamenti per noi quaggiù, che nei millenni non vediamo più le stelle nella stessa posizione. Per esempio, tra 13mila anni il polo Nord, oggi indicato dalla Stella Polare, sarà invece indicato dalla stella Vega, proprio perché l’asse terrestre cambierà inclinazione. Allo stesso modo, cambiano le coordinate delle stelle, e quindi la posizione delle costellazioni zodiacali così come noi le vediamo dalla Terra.

Ecco perché l’oroscopo è una bufala (con o senza 13esimo segno)

Rispetto a 2mila anni fa, lo zodiaco appare ora spostato di circa 30 gradi proprio a causa della precessione degli equinozi: questo vuol dire che tra l’inizio di un segno zodiacale e l’entrata del Sole nella sua costellazione passa circa un mese. Tornando all’esempio di prima, chi nasce oggi, poniamo ad ottobre, a differenza di chi nasceva a ottobre 2mila anni fa, non dovrebbe appartenere al segno della Bilancia bensì a quello della Vergine. E chi nasce tra il 30 novembre e il 14 dicembre dovrebbe appartenere al segno dell’Ofiuco (che, sempre a causa della precessione degli equinozi, è entrato a far parte della fascia zodiacale).

Siete convinti adesso che l’oroscopo è una bufala? No? Eccovi allora il colpo di grazia: come si legge candidamente su Wikipedia, “le costellazioni non sono mai coincise coi segni (es. il Leone è quasi il triplo del Cancro), per cui inizialmente si utilizzò solo la successione delle costellazioni per nominare sequenzialmente frammenti eguali di eclittica detti segni”.

Se queste informazioni tecniche non bastassero ancora a dissuadervi dalla lettura quotidiana del vostro oroscopo, provando a usare il buonsenso vi lasciamo con una riflessione fatta dal divulgatore scientifico Piero Bianucci sulla Stampa e riportata da Il Post: “L’attrazione gravitazionale dei corpi celesti, unico modo con cui possono interagire con noi, è trascurabile (fatta uguale a 1 la forza in media esercitata da Marte, quella di Venere è 52, di Giove 5,8 di Saturno 0,2, mentre quella dell’ostetrica che segue il parto vale duemila miliardi). Tutto bene, tutto vero. Ci sarà comunque sempre qualcuno che ribatterà: eppure il mio oroscopo è quasi sempre giusto. L’argomento da opporre è semplice: le previsioni sono così generiche che ci si stupirebbe del contrario”.

Giuliana Gugliotti
Giuliana Gugliottihttps://www.roadtvitalia.it
Nasco in Ottobre, prima del tempo. Mi resta addosso l'ansia di fare, negli anni imparo che la fretta è cattiva consigliera. Odio le approssimazioni, amo Napoli, l'odore dei libri e le cose ben fatte.
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