mercoledì, Aprile 24, 2024
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Chi vuole stare davvero in Europa?

di Francesco Di Serio

Una retorica infinita sull’importanza dell’Europa, e un estenuante stato d’accusa contro chi vorrebbe valutare di uscire anche solo dall’euro. Ma poi, tutti i partiti italiani che si ammantano di Europa, non fanno che galleggiare in un mare di provincialismo e conservatorismo (non politico, ma di casta). Riforme che vengono annunciate per settimane, e poi cadono nel vuoto a poche ore dalla discussione in aula. Ora tra le raccomandazioni del Consiglio europeo all’Italia ce n’è una che sembrerebbe molto facile da attuare: la riforma della prescrizione. Soprattutto per avere una legislazione più efficace contro la corruzione.

Attualmente l’istituto della prescrizione in Italia è molto breve. Fu concepito per tutelare il cittadino da un’azione penale indefinita da parte dello Stato, ma in altri sistemi giuridici si interrompe dal momento in cui viene decretato il rinvio a giudizio: una volta che l’accusato diventa imputato, non può beneficiarne. Nel nostro Paese, molti processi a politici e funzionari corrotti, finiscono in niente perché il reato si estingue prima della sentenza definitiva. Ed infatti tra i potenti si fa a gara tramite avvocati a chi riesce ad allungare maggiormente i processi per arrivare alla prescrizione. Così i responsabili la fanno franca e questo diffonde una sensazione di impunità, che alimenta la cultura dell’illegalità.

In oltre la corruzione ha un costo salato per lo Stato, che contrastando davvero con tutte le armi il fenomeno, ad iniziare da quella legislativa, potrebbe beneficiarne soprattutto economicamente. Quindi ci dovrebbe essere tutto l’interesse da parte di un Parlamento sano a intervenire con una modifica attuabile anche in tempi brevi.

Ma invece il partito del PdL, quello delle libertà, fa azione contraria, contraria alle direttive europee, contraria allo sviluppo civile dell’Europa. In cui il primo principio è quello di costruire una civiltà comune. E anche durante l’estenuante discussione sulla nuova legge anticorruzione della scorsa legislatura, il PdL ha fatto chiaramente capire che la prescrizione non si poteva toccare, pena la caduta del governo “salva Italia” di Mario Monti. Anzi, alla fine si sono allungati anche i tempi per la concussione.

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Redazione web
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